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generale Felix Huston Robertson e la battaglia di Saltville
•Il generale Felix Huston
Robertson e la battaglia di Saltville
Testo di
Claudio Auditore
Pubblicato il 07/06/2013
Introduzione
Se provassimo a cercare in rete delle informazioni riguardo Felix
Huston Robertson troveremmo varie notizie fra le quali il fatto che
fu l’ultimo generale confederato vivente (morì nel 1928), oppure che
fu l’unico generale texano di nascita. Curiosamente molti generali
ritenuti texani in realtà non lo erano, poiché nati in altri stati e
poi trasferitisi in Texas, per esempio il generale John Bell Hood e
persino lo stesso padre di Felix, il generale Jerome B. Robertson
nato in Kentucky.
Un’ulteriore ricerca ci potrebbe condurre a scoprire che, ad
eccezione dei Lee, la famiglia Robertson fu l’unica che ebbe padre e
figlio generali confederati durante la guerra, ma il nome Robertson
è legato ad uno degli episodi più oscuri della guerra civile, quello
che è definito il “Massacro di Saltville”.Le notizie cominciano a
diventare scarse e le fonti sono poche, neppure gli storici hanno
versato molto inchiostro per analizzare i fatti di Saltville.
Lo scritto che segue, non pretende di risolvere i dubbi o mettere la
parola fine alla vicenda, ci vorrebbe molto tempo e la possibilità
di avere a disposizioni delle fonti adeguate, vuole piuttosto essere
un'occasione per coloro che non conoscono l’episodio di scoprirlo, o
una base di partenza per chi volesse approfondire. Si accorgeranno
pertanto i lettori che molte parti di questo articolo andrebbero
adeguatamente approfondite.
I Robertson –
Jerome Bonaparte
Il padre di Felix, Jerome Bonaparte Robertson era un kentuckiano
della contea di Wofford, a vent’anni con una compagnia di uomini,
aveva lasciato il suo Stato natio per andare a combattere per
l’indipendenza del Texas, tornò per breve tempo in Kentucky, ma si
trasferì definitivamente in Texas; nel 1839 nasceva Felix. Dopo
avere praticato medicina e combattuto gli indiani, passò alla
politica raggiungendo la carica di senatore dello stato, al momento
di votare per la secessione, Jerome senza esitazione votò per
lasciare l’Unione.
Destino comune per molti uomini di spicco, formò una compagnia di
fanteria che divenne parte del 5° reggimento, assegnato all’unica
brigata del Texas a servire all’est, una delle più combattive e
famose dell’Armata della Virginia Settentrionale: la brigata texana
di Hood. Ferito un paio di volte, raggiunse il rango di colonnello e
quando Hood fu promosso al comando di divisione, Robertson fu
nominato brigadiere-generale. Il 1° novembre 1862, condusse i suoi
texani a Gettysburg, e qui fu nuovamente ferito. La brigata fu
trasferita all’ovest col 1° Corpo per rinforzare l’Armata del
Tennessee, qui ebbe modo di incontrare il figlio Felix che in quel
periodo era maggiore al comando dell’artiglieria di riserva
d’armata. Quell’autunno cominciarono i problemi con Longstreet,
scontri che portarono Robertson prima ad essere rilevato dal
comando, e dopo ad essere reintegrato, ma a dicembre 1863 un
contrasto con il generale Micah Jenkins, finì con una corte marziale
ordinata da Longstreet, che evidentemente non aspettava altro che un
pretesto per levarsi di torno Robertson. Gli venne tolto il comando
della brigata e nonostante la minaccia di una rivolta di massa da
parte dei suoi uomini, non fu più reintegrato. Dopo quest’episodio,
in primavera tornò in Texas, ed assegnato al Settore militare di
Kirby Smith, il 24 giugno 1864 il generale Magruder suo diretto
superiore, gli assegnò il comando delle riserve del Texas, incarico
che mantenne fino alla fine del conflitto.
I Robertson – Felix Huston
Il 9 marzo 1839 nella contea di Washington in Texas, nasceva Felix
Huston Robertson. Il giovane texano studia alla Baylor University e
diventa un cadetto all’Accademia di West Point, alla secessione del
Texas contro il parere di molti ufficiali lascia l’accademia
militare. La Confederazione gli conferisce il grado di 2° Tenente
dell’esercito regolare e lo assegna a Charleston, qui partecipa al
bombardamento di Fort Sumter.
Dopo la caduta del forte fu inviato a Pensacola e qui iniziò la sua
relazione particolare con il generale Braxton Bragg. Entra nelle
simpatie del Generale, è promosso capitano di una batteria di
artiglieria e quando a Bragg viene ordinato di rinforzare Albert
Sidney Johnston nell’Armata del Mississippi, la sua batteria è parte
delle truppe al seguito.
A Shiloh e a Farmington sembra che il giovane capitano abbia
ottenuto buoni risultati, a Perryville la sua batteria non fu
utilizzata, ma i suoi cannoni furono impiegati nella battaglia di
Stone’s River. Assegnato a supportare l’attacco del generale John C.
Breckinridge sulla sinistra federale, Robertson cominciò a mostrare
un lato del suo carattere ancora sconosciuto, non piazzò i suoi
cannoni dove gli era stato ordinato, e non supportò l’attacco di
Breckinridge, sparando qualche colpo solo dopo che l’attacco era già
stato respinto. Scriverà di avere catturato trenta cannoni nemici
durante la battaglia! ma quel giorno nessuno ne fu catturato
dall’Armata confederata, il meglio doveva ancora avvenire.
Nei giorni seguenti la battaglia, Bragg tentava di incolpare i
subordinati, tra i quali il generale Breckinridge, della sconfitta
subita dall’Armata del Tennessee, Robertson su richiesta di Bragg
compilò un rapporto falso, in seguito ammise la colpa, ma sul
momento la sua amicizia-complicità con Bragg divenne ancora più
stretta.
La sua carriera ne trasse un grosso beneficio, il 1° luglio 1863
divenne maggiore al comando di un battaglione di artiglieria, a
gennaio 1864 fu promosso tenente-colonnello capo dell’artiglieria
del Corpo di cavalleria Wheeler, infine il 26 luglio venne nominato
brigadiere generale e capo di stato maggiore del Corpo.
A inizio agosto ’64, la brigata di cavalleria del generale Robert
Anderson formata da reggimenti “confederate” rimase senza guida in
quanto il generale comandante era stato ferito il 30 luglio e non
aveva ancora recuperato, il giovane generale Robertson fu assegnato
al comando della brigata.
Saltville
Dal 10 agosto al 9 settembre 1864, la cavalleria dell’Armata del
Tennessee fu inviata a colpire le retrovie di Sherman in Tennessee,
il brigadiere generale Robertson era parte delle forze del corpo
Wheeler. Durante il corso del raid il generale John S. Williams,
veterano della guerra col Messico, chiese a Wheeler due brigate per
effettuare un’incursione contro Strawberry Plains dove si trovava un
comando militare dell’Unione, il suo comandante di corpo
inizialmente contrario, si convinse dopo la promessa di
“Cerro-Gorro” Williams di tornare in tempo per collegarsi col resto
delle brigate. Per la missione furono scelte la brigata di Williams,
ora affidata al colonnello W.C.P. Breckinridge cugino del più famoso
John C., formata da ragazzi del Kentucky e la brigata di Felix
Robertson, le due brigate facevano parte della divisione Kelly. La
divisione comandata dal giovane e talentuoso John Kelly non ebbe
molta fortuna nel corso del raid. La brigata Dibrell pesantemente
ridotta di numero per le perdite subite era stata distaccata per
riposare e reclutare, il 2 settembre il comandante della divisione
fu ucciso in uno scontro minore, delle tre brigate della divisione
rimaste, Joseph Wheeler tenne con il Corpo la piccola brigata Hannon
ed affidò le due rimanenti al generale Williams.
L’operazione di Williams contro Strawberry Plains, fini in un fiasco
e ad aggravare tutto, causa piena del fiume Tennessee, il generale
rimase impossibilitato a riunirsi al resto del corpo. La brigata
Dibrell che come ricordiamo era rimasta indietro a reclutare finì
anch’essa tagliata fuori e si aggregò al comando di Williams il 9
settembre. Mentre le tre piccole brigate della divisione tentavano
di tornare all’Armata, la cittadina di Saltville in Virginia era
minacciata dalle truppe del generale Burbridge che con tre brigate
aveva intenzione di prendere il controllo delle importanti saline
della zona. I rifornimenti per i confederati continuavano ad
assottigliarsi, le risorse della Virginia Sud-occidentale erano
sempre più scarse, risulta chiaro che il sale diventava un elemento
vitale per evitare al cibo di deteriorarsi e conservarlo il più a
lungo possibile. Privare i meridionali delle saline sarebbe stato
per loro un duro colpo.
Le truppe confederate in zona erano poche, e fu necessario dirottare
in loro aiuto la divisione di Williams che si trovava nelle
vicinanze, in quei giorni la banda di guerriglieri kentuckiani e
tennessiani al comando di Champ Ferguson si unì alla brigata
Robertson. Il 27 settembre il comando di Williams fu aggregato al
Settore di Breckinridge. Il 1° ottobre, con il nemico alle porte di
Saltville, i meridionali disponevano della brigata di cavalleria
Giltner coadiuvati da riservisti e miliziani, questi con indomito
coraggio avevano rallentato il nemico quanto bastava a consentire
alle truppe di Williams di arrivare. La battaglia non fu nulla di
clamoroso, domenica mattina 2 ottobre i settentrionali cominciarono
una serie di attacchi
alle posizioni confederate, questi tennero bene mentre i rinforzi
continuavano ad affluire. Verso le 5 del pomeriggio, il generale
Burbridge vista l’impossibilità di prendere la città e sentendo che
il maggior-generale John C. Breckinridge si stava avvicinando con
altre tre brigate si ritirò lasciando dietro morti e feriti fra loro
molti soldati di colore della brigata del colonnello Robert W.
Ratliff.
Il massacro
La mattina del 3 ottobre avvenne l’infame episodio che per alcuni è
peggiore dei fatti accaduti a Fort Pillow mesi addietro. Un numero
di soldati e feriti unionisti caduti prigionieri il giorno prima o
lasciati indietro dai commilitoni che non potevano portarli con se
nella ritirata, furono uccisi. Molti furono colpiti persino nel loro
letto d’ospedale, dai soldati confederati, il numero di morti varia
da fonte a fonte e da una testimonianza all’altra, da un minimo di
nove fino a una cinquantina, questa confusione è dovuta dal fatto
che i caduti della mattina del 3 sono conteggiati insieme ai caduti
e dispersi della battaglia del giorno 2; i morti furono
principalmente soldati di colore. A fermare il massacro, l’arrivo
sul posto del generale John C. Breckinridge, comandante del settore
militare della Virginia Sud-occidentale ed Est Tennessee, che
secondo un testimone, con occhi di fuoco e urlando come un ossesso
pose fine agli omicidi, purtroppo sembra che appena si allontanò gli
spari continuarono.
Chi era il colpevole?
Settentrionali e meridionali perseguirono due persone diverse. Per
l’Unione il responsabile dell’accaduto fu il capitano dei
guerriglieri Champ Ferguson. Dopo la guerra il capitano fu
processato ritenuto colpevole e giustiziato nell’ottobre del 1865,
Ferguson divenne il secondo ufficiale confederato giustiziato per
crimini di guerra dopo Henry Wirtz. Il capitano fu visto uccidere
personalmente in due occasioni, la prima mentre sparava a
prigionieri bianchi e neri indistintamente, la seconda mentre
uccideva quattro soldati di colore. Al massacro parteciparono oltre
ai suoi guerriglieri persino dei civili, che imbracciate le armi
spararono agli inermi prigionieri.
La Confederazione invece tentò di processare il generale Felix
Huston Robertson, i suoi uomini si resero responsabili di quegli
assassini, Robertson marchiò se stesso e la sua brigata col marchio
dell’infamia. "Comanche” Robertson (soprannome guadagnato per
l’inflessibilità nel mantenere la disciplina e le punizioni alle
quali sottoponeva i colpevoli, molto simili a torture indiane), non
fu visto personalmente sparare contro i prigionieri, ma è sicuro che
ordinò ai suoi uomini di farlo, per il generale Robertson non
esisteva motivo di prendere prigionieri! Come a Fort Pillow furono
in prevalenza i tennessiani della sua brigata a compiere gli
omicidi. Il maggior-generale John Breckinridge rapportò
immediatamente il fatto al generale Robert Lee, il quale ordinò
l’immediato arresto e il processo per il generale Robertson.
Sentore di quello che gli stava per capitare, Robertson lasciò
immediatamente il settore di Breckinridge e anche se può sembrare
incredibile, era al comando della divisione! Come si ricorderà, il
generale Williams aveva fallito il raid a Strawberry Plains, il
posto era ben difeso quindi aveva deciso, dopo una furiosa
schermaglia, di lasciar perdere, ma il tempo perso causò il mancato
ricongiungimento con il corpo, questo fatto non era stato digerito
da Wheeler che furioso spinse per la sua rimozione, ciò avvenne il 7
ottobre 1864. Robertson unico generale della divisione fu
automaticamente il nuovo comandante e riparò al quartier-generale di
Wheeler.
Non era ancora finita
Mentre la macchina della giustizia confederata si muoveva per
processare Robertson, il 29 novembre quest’ultimo fu al centro di un
altro fattaccio avvenuto a Buckhead Creek, vicino Augusta in
Georgia. Accadde che quattro prigionieri unionisti stavano per
essere uccisi dagli uomini della sua brigata, un soldato del 4°
cavalleria del Tennessee stava tentando in tutti i modi di fermare i
suoi commilitoni dal commettere quell’atrocità, quando sul posto
arrivò il generale Robertson che intervenne dicendo: ”Essi
(intendendo i suoi uomini) sanno bene che cosa fare con Loro (i
prigionieri)”. I quattro sfortunati furono uccisi, ma nel corso
della sparatoria non si sa come, il generale Robertson cadde
gravemente ferito al braccio, fatto che chiuse il suo servizio
attivo nell’esercito. Se il destino aveva fermato Robertson, la
burocrazia della Confederazione ancora seguiva il suo corso.
Nominato Ministro della guerra, Breckinridge fra i suoi primi
provvedimenti, il 22 febbraio 1865 ordinò una corte d’inquisizione
da riunirsi a Whytheville in Virginia il 15 marzo e un ordine a tal
proposito fu inviato a Robertson: questi doveva recarsi in Virginia
e attendere la corte, ma l’ordine o fu ignorato o non arrivò mai.
Intanto il Senato gli aveva revocato il grado di Brigadiere generale
e quello di capitano nell’esercito provvisorio, gli era rimasto
quello di secondo tenente nell’esercito regolare. Dato che Robertson
non dava segno di sé in Virginia, un altro ordine fu a Lui inviato
il 7 marzo, ma il conflitto finì senza che il tenente Robertson
potesse essere processato.
Finita la guerra Felix e la moglie tornarono in Texas e si
stabilirono a Waco, qui Robertson praticò legge, supportò il KKK e
ottenne una discreta fama quando rimase l’ultimo generale in vita.
Il venticinquenne Felix Huston Robertson, rimase impunito per i suoi
crimini, ma il suo nome si aggiunge alla lunga lista di generali
confederati che non furono all’altezza del compito.
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