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•Un ricordo del Professore Raimondo Luraghi
Tributo della comunità di questo sito in occasione del primo anniversario della scomparsa del Professore

Pubblicato il 28/12/2013

L'uomo e lo storico
Ad un anno dalla scomparsa dell'esimio Prof. Raimondo Luraghi, lo staff del sito e del forum ritiene doveroso ricordare l'opera del medesimo sia come uomo sia come studioso. E' perfettamente superfluo rammentare a chi ci segue assiduamente e a tutti gli appassionati della storia americana e, in particolare, del periodo concernente la guerra civile, che Luraghi ha rappresentato per noi un punto di riferimento importante se non esclusivo.
La sua "Storia della guerra civile americana", edita per la prima volta dalla casa editrice Einaudi nel 1966, seguita da numerose ristampe, ci ha fatto conoscere ed amare quel periodo storico. Dobbiamo ammettere che al predetto libro siamo tutti molto affezionati, un piccolo- grande cimelio che conserviamo gelosamente nelle nostre biblioteche.
Però, scopo del presente articolo è anche quello di andare oltre rispetto agli studi sulla guerra civile americana effettuati dal prof. Luraghi, studi che, indubbiamente, sono stati per il professore un importante punto di riferimento. Ci preme ricordarlo nella sua interezza di uomo e di studioso su vasti campi del sapere, accennando alle altre sue pubblicazioni che hanno abbracciato diversi settori.
Luraghi è stato un combattente della II guerra mondiale con la qualifica di ufficiale, guerra che lo colse giovanissimo. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, divenne un combattente partigiano, effettuando in tal modo una chiara e specifica scelta di campo, attività che gli valse una medaglia al valore.
Nel dopo-guerra scrisse articoli di attualità su giornali quali l'Unità, ma d'altro canto iniziò i suoi studi storici su materie diversificate, a parte il " corpus" riguardante la storia americana. Dimostrazione che in anni passati e a noi lontani il "mestiere di storico" con la M maiuscola non era parcellizzato in un'unica materia, ma riusciva a spaziare in più campi storiografici.
Ricordiamo, tra gli altri, i suoi scritti su Camillo Benso conte di Cavour, gli scritti sul Risorgimento, la riedizione delle opere di Raimondo Montecuccoli, gli scritti sulla guerra di liberazione in Italia, i quali, ancor oggi, vengono ricordati dagli storici che si occupano specificamente di tali settori. Luraghi scrisse anche un'opera, edita dalla casa editrice UTET, chiamata "Gli Stati Uniti", un impegnativo lavoro che affronta lo studio di detto paese dalle origini fino alla presidenza Nixon. Ricordiamo anche un saggio sul presidente John F. Kennedy; come si nota, le sue pubblicazioni sono numerosissime. Con il suo libro "La Spada e le magnolie- il Sud nella storia degli Stati Uniti", ricevette, nel 2008, il prestigioso premio Acqui-Storia. Libro dove traspare tutto l'amore e il rispetto- oltre che un pò di nostalgia- che il professore ha avuto per Dixieland.
Volendo fare un breve accenno alle attività del professore, egli insegnò nei licei, iniziando i suoi studi sulla guerra civile; successivamente, diventò professore ordinario di "Storia Americana" all'Università di Genova, cattedra- si dice- creata appositamente per lui. Insegnamento che il professore tenne fino al suo pensionamento. La Cattedra di Storia americana ed il Dottorato di Ricerca in Storia delle Americhe da lui fondato sono tuttora presenti presso il Dipartimento di storia moderna e contemporanea della predetta Università. Luraghi svolse anche altri incarichi prestigiosi sia in Italia che negli USA. Si ritiene che il fatto di aver per anni insegnato nei licei dove il contatto, professore- allievo è più diretto e più stretto rispetto all'Università, gli abbia portato una capacità di insegnamento e di scrittura non comune che va oltre agli schemi del sapere accademico. I suoi lavori, sia pure affrontati con serio rigore nella ricerca delle fonti, dimostrano una capacità di trattare argomenti a volte ostici, con una semplicità di linguaggio che, a volte, non è comune tra gli storici accademici. D'altronde, riteniamo che lo storico non debba scrivere ad uso di altri storici, ma invece debba scrivere per un pubblico colto di appassionati in modo tale che lo studio (serio) della storia raggiunga un vasto numero di lettori. Uno dei doveri dello storico non è quello di rinchiudersi nel proprio specifico e ristretto ambito specialistico, ma invece è quello di diffondere la cultura scientifica a più lettori, in altre parole si deve cercare di riuscire ad unire rigore scientifico e leggibilità delle opere che vengono scritte. Il professore ci è riuscito in pieno, o almeno ha tentato di cogliere quest'ultimo aspetto. Luraghi è stato uno dei pochi studiosi di storia militare alla pari di un Piero Pieri o di un Giorgio Rochat; studiosi, il primo che si è dedicato alla storia militare del Risorgimento e della I guerra mondiale, il secondo, Rochat, il quale si è dedicato alla I guerra mondiale e alle guerre italiane sotto il fascismo. La storia militare è una materia negletta in Italia rispetto a come viene affrontata e trattata negli USA; quindi, il prof. Luraghi va apprezzato anche per essersi dedicato a questo settore della storia- quello militare- che in Italia ha pochi seguaci a livello accademico.

Luraghi e la guerra civile americana
La sua monumentale "Storia della guerra civile americana" e le successive opere su detto argomento, come "Marinai del Sud"- che gli valse un premio negli USA- rappresentano il punto di svolta della carriera del professore.
"La storia della guerra civile americana",
testo che venne definito dallo storico David H. Donald “the best one-volume history of the American Civil War”, è giunta nell'anno 2009 all’ottava edizione e, alla sua prima uscita, ricevette la medaglia d’oro delle Università americane in Italia per la miglior opera storica sugli Stati Uniti scrittada un cittadino non americano.
Il predetto libro rappresenta un'opera completa sull'argomento (testi che non se ne scrivono più al giorno d'oggi, forse perchè troppo impegnativi) dove, alla parte principale e corposa delle campagne militari e della singole battaglie, si accompagna un'introduzione sulle cause e sulle origini della guerra e sull'istituzione "peculiare" della schiavitù: il periodo storico antecedente alla guerra è raccontato con dovizia di particolari. Luraghi, a torto o a ragione, ha cercato di eliminare e di sfatare molti luoghi comuni sulle cause della guerra e sulla particolare istituzione che è stata la schiavitù in America.
Si può essere d'accordo o meno con le sue tesi, ma ciò non toglie che la sua analisi del periodo storico in questione è acuta e rigorosa. Qualcuni dirà- o ha detto- che Luraghi era filo-sudista; noi preferiamo dire che il professore ha dato conto delle ragioni del popolo sudista, rispetto ad una visione manichea che esisteva in Italia (Nordisti = buoni, Sudisti= cattivi), dove la guerra civile veniva vista solo attraverso i film che trattavano detto argomento.
Un'altra circostanza da mettere inevidenza è che Luraghi, fino ad oggi, in Italia non ha e non ha avuto rivali, e tale frangente non ha permesso un contraddittorio con altri studiosi italiani, confronto che sarebbe stato salutare per la crescita nel nostro paese degli studi sulla guerra civile. Riguardo alle tesi del professore, possiamo accennare brevemente al suo pensiero in merito ai vari aspetti della guerra civile: egli ha sostenuto che, prima della guerra, una nazione americana ancora non esisteva se non nei progetti del Presidente Lincoln e della classe dirigente del Nord. Quindi, per Luraghi, durante la guerra nessuno dei combattenti l'ha sentita come una guerra civile, bensì come un conflitto tra distinte nazioni. Luraghi ha sostenuto che, in realtà, il conflitto non ebbe i caratteri di una vera e propria guerra civile, perchè una guerra di quel genere di solito divide in due le fazioni, le città, le famiglie. In questo caso era logico che chi provenisse dal Sud andasse a combattere per il Sud, chi provenisse dal Nord andasse a combattere per il Nord- a parte alcune eccezioni- salvo la questione degli Stati confinanti. L'atmosfera generale non fu quella tipica delle guerre civili, non vennero effettuate, nel dopo-guerra, violente rappresaglie che di solito avvengono quando tali guerre finiscono. La causa principale della secessione degli Stati del Sud fu il loro desiderio di indipendenza dall'Unione con la quale non avevano nulla in comune, e non il voler perdurare nel mantenimento della schiavitù. Luraghi ha scritto che il livello medio di vita degli schiavi «non era generalmente inferiore a quello delle classi contadine del Sud o a quello degli operai salariati del Nord». E ha sottolineato che "la borghesia industriale del Nord non aveva certo combattuto la guerra civile per liberare i neri, ma per sottrarre l'egemonia politica sull'Unione ai latifondisti meridionali". La guerra civile è definita come il primo conflitto industriale dove le nuove tecnologie, quali ad esempio le armi a canna rigata, ritenute dal Luraghi molto più potenti rispetto a quelle a canna liscia, acquistarono un aspetto predominante. Una guerra che ha comportato- ha scritto Luraghi- "una rivoluzione tecnologica, logistica, tattica e strategica”. Il Sud agricolo fu insomma sconfitto dal Nord industriale.
Le tragiche esperienze di tale conflitto, quali la guerra di trincea, rappresentarono anch'esse un'assoluta novità, esperienze che non furono comprese e recepite dagli Stati Europei durante la I guerra mondiale. In una recente intervista il professore ha affermato che "la guerra civile è stato il grande dramma dell’America. In primo luogo, ha creato gli Stati Uniti come noi li conosciamo, trasformando un insieme di Stati separati che più o meno riuscivano a convivere in una vera nazione. Si può dire che è stata la seconda rivoluzione americana: con la prima, è stato cacciato il dominio inglese; con la seconda, è stato abbattuto il potere di una classe semifeudale di grandi proprietari terrieri."
Un aspetto è certo: Luraghi ha sentito come suo tutto il periodo della guerra civile come se avesse vissuto di persona quegli avvenimenti, e per uno storico tale attaccamento può essere un fatto singolare anche se, a volte, comune ad altri storici. Luraghi ha amato i personaggi importanti di tale periodo: Robert E. Lee, Ulysses S. Grant, Abraham Lincoln, Jefferson Davis, alle prese con responsabilità enormi, sia pure indicando i pregi e i difetti di tali uomini. Così come ha amato i singoli soldati ed ufficiali non famosi del conflitto. Nella descrizione del carattere del presidente Lincoln trapela la grande ammirazione che Luraghi ha provato per detto statista. Il professore si è così immedesimato nel periodo storico che riguarda la guerra civile americana, è rimasto talmente coinvolto dai personaggi storici più significativi, da farli sembrare tutti eccezionali, sia Nordisti che Sudisti. Le sue analisi sono penetranti, specialmente quando descrive i caratteri di questi condottieri e statisti o racconta della loro vita privata; ma non credo che di tali trasposizione ed immedesimazione si possa fargliene una colpa, in quanto detto comportamento è ammirevole e comune anche ad altri storici del passato. Le sue capacità narrative sono notevoli e tale aspetto rimane, anche oggi, a nostro avviso, quello migliore della sua opera. Le descrizioni delle battaglie appaiono emozionanti e danno un'ulteriore dimostrazione del coinvolgimento emotivo del professore. Trapela il rispetto e l'ammirazione che Luraghi ha provato per tutti i personaggi principali del conflitto appartenenti ad entrambi gli schieramenti, senza, in questo caso, dimostrarsi di parte. Rimane da chiedersi- e questo è un punto dolente del libro in questione- se detti personggi siano stati veramente uguali a come Luraghi li ha descritti. Luraghi, per esempio, non ha dato conto delle polemiche e delle diatribe che hanno infestato l'alto comando Confederato ( secondo noi erano al di fuori della sua formazione caratteriale), ma ciò non toglie che detto storico abbia avuto le sue opinioni sui generali Confederati in questione e che quindi, nei suoi scritti, le abbia manifestate.
In merito alle sopra citate tesi del prof. Luraghi sappiamo che non tutti gli storici sono d'accordo: ma noi in questo particolare momento dedicato alla rievocazione del professore, non faremo commenti al riguardo. Ci limiteremo solo ad accennare al fatto che alcune sue analisi su alcuni aspetti delle campagne militari e sul comportamento di alcuni leaders militari Confederati, per gli storici americani di ultima generazione, appaiono superate o addirittura errate. Anche gli storici cosiddetti "revisionisti", quelli che il professore chiamava appartenenti al "politically correct", hanno prodotto nuove argomentazioni su alcuni aspetti della guerra civile e in special modo sulle cause della guerra, rinvenute quasi esclusivamente nella schiavitù, tesi quest'ultima che il professore ha sempre osteggiato. D'altronde, detta materia è da sempre molto dibattuta negli USA dove il ricordo della guerra civile è molto sentito. Ma noi non entreremo in polemiche - lasciando ai lettori le loro personali opinioni in merito- ci interessa ricordare l'uomo e lo storico; trovare delle inesattezze alla sua opera, che certo ve ne sono, non toglie nulla al valore carismatico complessivo dell'opera stessa.
Certo, Luraghi è rimasto legato alle sue originarie posizioni, a parte i diversi giudizi sul gen. Lee, riportati nel suo ultimo e postumo libro, edito nel 2013 "La Guerra Civile Americana-Le ragioni e i protagonisti del primo conflitto industriale", rispetto ad una crescita e ad un'evoluzione dello studio della guerra civile che si è verificata negli ultimi decenni negli USA, studi che hanno comportato, come sopra detto, nuove analisi su personaggi chiave della guerra. D'altro canto, gli studi sulla guerra civile, anche in relazione al 150° anniversario, sono sempre in continua evoluzione e le tesi in merito tra gli storici americani di antica e ultima generazione appaiono divergenti; sarà molto difficile stabilire chi ha ragione e chi ha torto. Possiamo comunque affermare- senza tema di smentite- che per noi l'opera principale del professore rimane "una pietra miliare" che ci ha fatto conoscere ed amare questo particolare, affascinante ed insieme tragico periodo della storia americana.

Luraghi e i nostri sito e forum
Un'ultima annotazione riguarda il rapporto del professore con i nostri sito e forum: per chi di noi ha avuto il piacere e l'onore di conoscerlo, detto incontro ha rappresentato un'esperienza unica ed irripetibile. Luraghi ha dimostrato di essere un gran signore di altri tempi e di essere molto alla mano, è stato un vero piacere dialogare con lui. Luraghi ci ha scritto che "uno dei doveri dello studioso (e questo è un principio che ho appreso in America) non è di chiudersi nel proprio hortus conclusus, ma di diffondere la cultura scientifica ad alto livello; una grande massa di lettori esiste ed è un peccato mortificarli e deluderli come sovente purtroppo avviene in Italia".
La scoperta del nostro sito e del relativo forum dei quali è venuto a conoscenza, sono stati- per sua stessa ammissione- una fonte di gioia e di apprezzamento. Ci ha scritto anche che avrebbe partecipato volentieri alle discussioni nel nostro forum.
E' sembrato "un passaggio del testimone" su una materia alla quale ha dedicato parte della sua vita. Sono arrivate dal professore parole di lode e di incoraggiamento per noi collaboratori del forum e del sito, come se rappresentassimo i suoi virtuali successori. Un passaggio di consegne alle nuove generazioni in un paese quale l'Italia, dove gli studi storici, in particolare quelli americani, rimangono un patrimonio di pochi seguaci. Complimenti- lasciatecelo dire - ben meritati: nel sito e nel forum i collaboratori assidui stanno facendo un'ottima opera di divulgazione sui campi svariati della guerra civile: sulla storia politica, militare, in campo giuridico ed economico, nonchè sull'uniformologia, ecc. Stiamo riscuotendo successo in Italia e anche negli USA; in particolare, dai gruppi americani facebook sulla American civil war sono arrivate parole di incoraggiamento ed apprezzamento per l'opera che stiamo svolgendo.
Questo ci sembra il modo migliore di ricordare degnamente il professore.