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confederata del Kentucky
•L'invasione confederata del Kentucky
Testo e mappe di Matteo Fontana
Pubblicato il 11/05/2013
Introduzione
E' forse una delle più trascurate campagne dell'intera guerra civile
americana quella che nell'estate del 1862 vide la sconfitta Armata
confederata del Mississippi attraversare il profondo sud per più di
mille chilometri, rischierarsi in Tennessee orientale, entrare nello
stato del Kentucky e infine affrontare nella battaglia di Perryville
l'Armata dell'Ohio. Sopratutto in Italia dove il materiale nella
nostra lingua è assai scarso questa principale campagna, non solo
del fronte occidentale ma dell'intera guerra, non ha mai trovato una
giusta trattazione. In alcune opere essa non viene nemmeno citata,
in altre come il piccolo volumetto di Reid Mitchell "La guerra
civile americana" viene liquidata con poche righe. Persino
nell'opera italiana di riferimento per molti studenti e
appassionati, "Storia della guerra civile americana" di Raimondo
Luraghi, vengono dedicate solo 16 pagine di cui molte sono riservate
alle battaglie di Iuka e Corinth, lasciando poco spazio alle
manovre, alle decisioni e agli errori dei comandanti coinvolti
nell'invasione del Kentucky. Lo scopo di questo articolo è fare un
po' di chiarezza sulla principale offensiva confederata sul fronte
occidentale nella seconda metà del 1862, un'offensiva mirata a
riconquistare un vasto territorio ricco di materie prime e
industrie: il cuore pulsante della Confederazione, il cosiddetto "Heartland".
L'iniziativa
federale
Nel giugno del 1862 il generale Henry Wager Halleck si trovava a
Corinth, Mississippi, con più di 100.000 soldati federali. Nei mesi
precedenti Fort Henry e Fort Donelson, Nashville e infine anche
Memphis erano cadute nelle mani dei nordisti e i confederati del
generale Albert Sidney Johnston erano stati battuti a Shiloh. La
schiacciante superiorità numerica dei federali e le malsanità della
zona di Corinth avevano costretto il successore del defunto Johnston,
il generale P.G.T. Beauregard ad evacuare verso sud, a Tupelo, il
che avvenne con successo grazie all'estrema prudenza di Halleck. I
federali si trovavano ora a dover decidere quale mossa fare per
mantenere l'iniziativa sul fronte occidentale. Essendo
sconsigliabile inoltrarsi nel paludoso cuore del Mississippi in
un'estate particolarmente secca e senza alcuna linea di
comunicazione sicura, Halleck optò per lasciare un velo di truppe a
confrontare Beauregard. Buona parte dei suoi uomini vennero poi
dispersi negli appena riconquistati territori del Mississippi
settentrionale, del Tennessee occidentale e Orientale e del Kentucky
per ripristinare l'autorità di Washington e ricostruire le linee
ferroviarie distrutte. Altre divisioni vennero invece inviate al
comandante delle operazioni in Arkansas, attualmente impegnato in
una nuova offensiva nel Trans-Mississippi. Halleck decise di
impegnare le restanti forze in una nuova offensiva che abbandonava
la sicurezza offerta dai grandi fiumi navigabili come il
Mississippi, il Cumberland e il Tennessee, per sfruttare l'appena
conquistata ferrovia Memphis & Charleston. Questa linea ferroviaria
partiva da Memphis e attraversava in sequenza Corinth, Tuscumbia,
Decatur, Huntsville, Stevenson per poi giungere
al nodo di Chattanooga in Georgia. Sebbene il primo tratto della
linea fosse stato danneggiato, la tratta più orientale nel nord
Alabama era stato catturato intatto. Infatti nei mesi precedenti il
generale Ormsby M. Mitchel era stato inviato da Nashville verso sud
con una divisione di circa 8.000 uomini. Questa piccola forza era
riuscita a sopravvivere foraggiando nell'inospitale territorio
dell'Alabama Settentrionale e a catturare i binari da Tuscumbia a
Stevenson, minacciando costantemente di investire Chattanooga. Il
momento era maturo per inviare un'intera armata di circa 30.000
uomini ad unirsi alla divisione di Mitchel, armata che avanzando da
Corinth avrebbe man mano ripristinato la Memphis & Charleston RR
usandola come linea di rifornimento per attaccare Chattanooga e, se
fosse stato possibile, spingersi poi fino ad Atlanta.
L'unità disponibile era l'Armata dell'Ohio del cauto Don Carlos
Buell. Buell era un ufficiale dell'esercito regolare federale, non
aveva brillato all'accademia di West Point e nemmeno nei suoi primi
anni di servizio. Tuttavia la sua reputazione migliorò durante le
guerre contro i Seminole e il Messico nella quale combatté a molte
principali battaglie guadagnandosi un paio di ferite e un brevetto
da maggiore. Dopo la guerra servì come aiutante-generale nel
Dipartimento del Pacifico dove i superiori apprezzarono il suo
talento per l'organizzazione e la cura dei dettagli. Allo scoppio
della guerra civile venne nominato brigadier-generale dei volontari
e, sponsorizzato dal famoso insegnante di West Point Dennis Hart
Mahan e da George B. McClellan, ottenne un posto al fronte al fianco
di quest'ultimo in Virginia. Poco dopo rimpiazzò il generale William
T. Sherman a capo del Dipartimento dell'Ohio, le cui forze avrebbero
dovuto attaccare dal Kentucky il Tennessee Orientale, abitato da
numerosi lealisti unionisti. Fin da subito Buell insistette sulle
difficoltà logistiche di una simile operazione in una zona
montagnosa che avrebbe impedito a una vasta forza armata di
mantenere un'efficace linea di comunicazione con le retrovie. Egli
preferì puntare su Nashville e grazie allo sfondamento della linea
confederata a Fort Henry e Donelson invase con successo il Tennessee
Centrale. Ma in seguito alla riorganizzazione delle forze federali
sul fronte ovest effettuata dal presidente Abraham Lincoln nel marzo
1862, Buell perse il suo comando indipendente ritrovandosi
subordinato ad Halleck. Il suo nuovo comandante lo inviò ad ovest
per congiungersi con l'altra armata federale, quella di Ulysess S.
Grant a Shiloh. Qui arrivò giusto in tempo per salvare la situazione
e contribuire all'inseguimento verso Corinth dei ribelli.
Prima di lanciarsi nella nuova offensiva Buell tentò di convincere
Halleck a cambiare linea di operazione. Secondo lui sarebbe stato
meglio piegare prima su Nashville e da lì poi muovere verso sud-est
contro Chattanooga ed evitare di utilizzare la lunga ed esposta
linea ferroviaria Memphis & Charleston. Dopo alcuni giorni di
valutazione Halleck si dimostrò irremovibile: Buell iniziò così nel
giugno 1862 la sua lenta avanzata nell'ostile e poco ospitale
Alabama Settentrionale per raggiungere Mitchel e investire
Chattanooga.
MAPPA 1: l'avanzata di
Buell su Chattanooga, lo spostamento di Bragg da Tupelo a
Chattanooga, l'invasione del Kentucky di Kirby Smith, la ritirata di
Buell e l'invasione di Bragg
La reazione
confederata
A fronteggiare questa minaccia federale vi erano le forze del
Dipartimento del Tennessee Orientale comandato da uno degli eroi di
First Manassas: Edmund Kirby Smith. Nativo della Florida si era
diplomato a West Point nel 1845, aveva combattuto in Messico ed era
stato al fianco di Albert Sidney Johnston nel 2nd Cavalry poco prima
della guerra. Con la secessione della Florida aveva dato le
dimissioni e rapidamente aveva raggiunto il grado di
brigadier-generale nell'esercito confederato. A First Manassas la
sua brigata arrivò sul campo di battaglia al momento giusto per
ribaltare le sorti dello scontro ma venne ferito. L'episodio gli
provocò parecchia celebrità tanto che nei salotti di Richmond
cominciò ad essere ribattezzato come il Blucher della
Confederazione. Il presidente sudista Jefferson Davis lo selezionò
quindi per il nuovo comando indipendente in Tennessee. Qui Smith
doveva difendere la ferrovia che passando per Knoxville e
Chattanooga collegava la capitale Richmond ad Atlanta e permetteva
un rapido passaggio di rifornimenti dal fronte occidentale a quello
della Virginia. Per proteggere questa linea di 300 chilometri Smith
aveva a disposizione solo 9.000 uomini che nei mesi di maggio,
giugno e luglio 1862 mosse freneticamente da un'estremità all'altra
del suo dipartimento, ovvero dal fianco sinistro ancorato a
Chattanooga nella Georgia Settentrionale al fianco destro piazzato
nel Cumberland Gap, una passo nelle aspre montagne del Tennessee
Orientale. Ad aggiungersi alla minaccia dell'Armata dell'Ohio di
Buell su Chattanooga infatti si aggiunse anche un'altra spedizione
federale, quella del generale George W. Morgan. Morgan, un vecchio
amico di Smith, aggirò il passo e il generale confederato dovendo
decidere tra la difesa di Chattanooga (il 7 giugno già bombardata
dalle avanguardie di Buell) o fermare la manovra su Cumberland Gap
preferì concentrare le sue forze sul nodo ferroviario della Georgia
Settentrionale. Di fatti il 29 giugno il grosso dell'Armata
dell'Ohio di Buell si trovava a Huntsville, la minaccia federale si
avvicinava e per poterla fermare Kirby Smith aveva disperatamente
bisogno di rinforzi.
Per sua fortuna il 26 giugno il generale Braxton Bragg ora al
comando dell'Armata del Mississippi di Beauregard (assentatosi senza
permesso e rimosso da Davis) in seguito ai disperati appelli di
soccorso aveva deciso di aiutarlo con l'invio di una divisione di
fanteria. Bragg aveva studiato presso l'accademia di West Point ed
era fin da subito divenuto famoso dopo essersi diplomato per il suo
carattere scontroso che l'aveva portato ad attaccare senza
esitazione persino i propri superiori. Uno stretto disciplinario si
dimostrò un abile ufficiale di artiglieria durante la guerra contro
il Messico ottenendo fama a livello nazionale. Alcuni anni prima
della guerra
civile, frustrato dall'incompetenza dei politici e dall'immobilismo
degli ufficiali anziani dell'esercito decise di abbandonare la
carriera militare e dedicarsi alla sua nuova piantagione in
Louisiana. Allo scoppio della guerra il governatore della Louisiana
gli offrì il comando delle truppe di stato e successivamente la
Confederazione lo pose al comando delle truppe impegnate
nell'assedio di Fort Pickens. Fu qui che i suoi rapporti con il
presidente Davis, fino ad allora indifferenti se non addirittura
ostili, iniziarono a prendere una piega positiva per la sua
carriera. L'abilità di Bragg nel trasformare una massa di volontari
in un piccolo esercito ben disciplinato ed efficace vinsero
l'ammirazione di molti eminenti sudisti e dello stesso presidente
che rimase particolarmente toccato dalla sua dedizione alla causa
quando si offrì di scambiare i suoi reggimenti ben addestrati per
nuove unità appena organizzate. In seguito alla penetrazione
federale in Tennessee, Bragg e il suo comando vennero inviati a
rinforzo di Johnston e come comandante di corpo e capo di stato
maggiore partecipò alla battaglia di Shiloh. Dopo la ritirata a
Tupelo Beauregard ritenne necessario assentarsi per motivi di salute
e lasciò a Bragg il comando dell'Armata del Mississippi, incarico
che venne poi confermato definitivamente dal presidente.
A Tupelo Bragg dovette subito confrontarsi con una situazione
d'emergenza ma si mise immediatamente al lavoro con impegno ed
energia. I risultati furono validi, i suoi circa 32.000 uomini
ricevettero nuove uniformi e migliori rifornimenti, riorganizzò
l'armata instillando una maggiore disciplina e iniziò a programmare
una nuova campagna. Di fronte a lui Halleck aveva appena distaccato
Buell verso Chattanooga, tuttavia i federali rimanevano in
superiorità e i confederati non disponevano di sufficienti carriaggi
nell'area per muovere con rapidità. Inseguire Buell era fuori
discussione, come avrebbero potuto sostenersi i confederati su un
territorio già depredato dalla divisione Mitchell prima e
dall'armata di Buell dopo? Furono molti i fattori che convinsero
Bragg a focalizzare la sua attenzione su Chattanooga. Innanzi tutto
le ripetute richieste di soccorso di Smith gli permisero di capire
che il nodo ferroviario nel nord della Georgia era fondamentale per
la confederazione e difenderlo era imperativo. Altro fattore fu il
cosiddetto "sogno del Kentucky" a cui molti storici accennano. In
quei mesi molti rappresentanti civili e militari provenienti del
Kentucky e leali alla Confederazione cominciarono a fare pressioni
sull'alto comando sudista e il congresso sostenendo che il Kentucky
era pronto a mobilitarsi in massa per sostenere la Confederazione e
liberarsi dell'occupazione federale che aveva lasciato estremamente
delusi la maggior parte dei cittadini. Lo stato insomma, era pronto
a insorgere e una volta liberato, avrebbe aiutato i sudisti a
minacciare il confine dell'Ohio e le grandi città industriali del
nord. Anche il presidente Jefferson Davis affascinato da questa
prospettiva si dimostrò favorevole a un'offensiva mirata a
riconquistare Tennessee e Kentucky. Ma Bragg era ancora titubante,
in fin dei conti era da poco al comando di un'armata e di fronte a
lui si presentavano immense difficoltà logistiche. Nel frattempo per
rispondere agli appelli di Smith e forse anche per testare la
fattibilità di un ipotetico trasferimento dell'intera armata a
Chattanooga, il 26 giugno la divisione McCown venne inviata in
soccorso di Smith impiegando solo sei giorni per giungervi.
Pochi giorni dopo la decisione era presa, l'Armata del Mississippi
si sarebbe trasferita a Chattanooga dove si sarebbe unita alle forze
di Smith per minacciare Buell nel Tennessee Centrale e riprendere
Nashville. Il 23 luglio i 30.000 uomini di Bragg iniziarono il lungo
viaggio di più di 1.200 chilometri: da Tupelo la fanteria si sarebbe
mossa con la ferrovia attraverso Meridian fino a Mobile, qui sarebbe
stata traghettata attraverso la baia per poi prendere un altro treno
che li avrebbe condotti a Montgomery, Atlanta e poi finalmente a
Chattanooga. La cavalleria e l'artiglieria avrebbero però percorso
una strada più diretta senza l'ausilio della ferrovia. In
Mississippi a fronteggiare i federali di Grant sarebbero rimasti
16.000 uomini a Tupelo sotto il maggior-generale Sterling Price e
altri 16.000 a Vicksburg sotto Earl Van Dorn. Il 29 luglio le prime
truppe di Bragg entravano a Chattanooga, il grosso delle forze di
Buell erano bloccate a chilometri di distanza e tutte le forze
federali nel fronte occidentale rischiavano di vedere le loro linee
di comunicazione con il nord tagliate da un rapido movimento in
Tennessee dell'Armata del Mississippi di Bragg.
L'iniziativa
passa ai confederati
Il 31 luglio Kirby Smith e Braxton Bragg si incontravano a
Chattanooga per discutere sul futuro della campagna. Venne deciso
che mentre l'Armata del Mississippi di Bragg attendeva l'arrivo
dell'artiglieria e di tutti i suoi carriaggi a Chattanooga, Kirby
Smith dovesse concentrare le sue forze contro i federali a
Cumberland Gap assistito anche dai 3.000 uomini del comando
indipendente del generale Humphrey Marshall in Virginia Occidentale.
Eliminato Morgan, Smith si sarebbe unito a Bragg per aiutarlo a
sconfiggere Buell, liberare il Tennessee e probabilmente invadere
poi il Kentucky. Bragg decise di coinvolgere oltre alle forze di
Marshall anche quelle di Price e Van Dorn che avrebbero dovuto
impedire all'armata di Grant a Corinth di inviare dapprima rinforzi
a Buell. In previsione di un ingresso in Kentucky la divisione di
John C. Breckinridge, influente kentuckiano oltre che
vice-presidente dell'amministrazione Buchanan e candidato
all'elezioni del 1860, si sarebbe poi distaccata da Van Dorn per
unirsi a Bragg e aiutare a far insorgere i propri concittadini. A
rendere alettante l'ingresso in Kentucky furono i rapporti di Nathan
B. Forrest e John H. Morgan che dopo aver condotto dei raid nelle
zone segnalavano la presenza di numerose reclute volenterose di
unirsi alla causa sudista e che avrebbero potenziato le forze
sudiste sul fronte occidentale. Il piano era formidabile ma come si
può notare si basava sulla collaborazione di troppi comandanti
indipendenti, Bragg aveva autorità diretta solo sulla sua armata.
Tuttavia la situazione prometteva bene, già nei dispacci precedenti
in cui Smith supplicava Bragg di soccorrerlo garantiva la sua totale
collaborazione e disposizione ad obbedire
ai suoi ordini e anche nell'incontro del 31 luglio venne ribadita la
volontà reciproca di collaborare per il bene della causa.
Nel giro di pochi giorni tuttavia le cose cominciarono già a
cambiare. Smith appena giunto a Knoxville cambiò idea sui suoi
obbiettivi e sulle sue priorità. I raid condotti da John Hunt Morgan
in Kentucky stuzzicarono le sue ambizioni di una rapida e gloriosa
campagna indipendente in Kentucky, dove stando al raider confederato
migliaia di volontari si sarebbero uniti entusiasticamente alle sue
forze permettendogli di avanzare fino all'Ohio. Era una prospettiva
molto più allettante rispetto al piano concordato con Bragg, quello
che lo avrebbe visto perdere il suo comando indipendente per
divenire subordinato a Bragg nella sua offensiva per riconquistare
il Tennessee. Prima di comunicare a Bragg questo suo cambio di idea
Smith gli richiese dei rinforzi per investire Cumberland Gap, che
ricevette nella forma delle ottime brigate di Preston Smith e
Patrick R. Cleburne. Alcuni giorni dopo, il 9 agosto, informò Bragg
che a suo parere i federali di Morgan disponevano di abbastanza
scorte per resistere più di un mese e che quindi in tal caso sarebbe
stato meglio se i suoi uomini avessero aggirato il passo e puntato
direttamente a Lexington, in Kentucky.
Bragg non aveva alcuna autorità per negare a Smith di fare una
simile manovra, i due erano comandanti indipendenti di due
dipartimenti ben separati ma non tentò nemmeno di opporsi, sempre
più convinto anche lui che oltre al Tennessee bisognava puntare a
liberare il Kentucky. Si limitò a notare che era altamente
improbabile che i federali avrebbero potuto resiste così a lungo e
che in vista dell'attraversamento del fiume Tennessee la sua armata
avrebbe impiegato una settimana a muoversi. Vi era ugualmente il
tempo per attaccare e suggerì che se proprio fosse stato necessario
superare la guarnigione federale la decisione di spingersi fino a
Lexington sarebbe stata rischiosa dato che avrebbe portato le due
armate ad allontanarsi troppo l'una dall'altra. Auspicò quindi che
Smith non muovesse su Lexington se i federali una volta aggirati non
si fossero ritirati verso l'Ohio lasciandoseli quindi alle spalle,
ma che aspettasse che l'Armata del Mississippi si mettesse in moto.
Sarebbe stata dura vedere un ambizioso e fiero Kirby Smith
rinunciare alla propria indipendenza per sottostare agli ordini di
Bragg nella sua campagna.
L'invasione
di Kirby Smith e la battaglia di Richmond
Il 13 agosto Kirby Smith decideva di aggirare il passo di
Cumberland, la campagna si stava trasformando. Da un operazione nata
per minacciare le forze di Buell e riconquistare il Tennessee i
movimenti confederati diventavano sempre più un'invasione per
occupare il Kentucky. I primi a partire furono gli uomini della
brigata di cavalleria di John Scott. Questi il 17 apparvero a London
seguiti il 18 agosto a Barboursville dalle divisioni di Thomas J.
Churchill e Patrick Cleburne, mentre la divisione di Henry Heth
tardava essendo accompagnata dal grosso dell'artiglieria e dai
carriaggi dall'armata. La divisione del generale Carter L. Stevenson
veniva invece lasciata ad osservare il passo. A Barboursville Smith
si era così messo in una posizione tale da rendere impossibile
qualsiasi adempimento alle sue promesse di aiutare Bragg contro
Buell e impedire che lo stesso o il presidente Davis obbiettassero a
quella che sembrava la successiva e inevitabile mossa: marciare su
Lexington. Il 27 agosto la piccola armata di Smith si mise in
movimento lasciandosi alle spalle i federali di Morgan al passo. Il
29 la cavalleria di Scott fu coinvolta in alcune scaramucce a sud di
Richmond, in un'altura strategica nota come Big Hill. La cavalleria
fu respinta ma il giorno seguente le due brigate prestate da Bragg e
guidate dal generale Cleburne attaccarono la fanteria nemica,
composta da reclute dall'Indiana e dal Kentucky. Assieme alla
divisione Churchill il generale Cleburne fece ripiegare i federali
fino alla periferia di Richmond. Qui i circa 6.500 nordisti sotto il
comando del generale William Nelson si riorganizzarono formando una
linea a sud della città, il fianco sinistro protetto da un muro di
pietra nel cimitero e il destro in un boschetto. Alle 17:00 iniziò
l'avanzata confederata. Sulla destra avanzava la piccola divisione
di Cleburne composta dalla sua brigata e quella di Preston Smith
dell'Armata del Mississippi, veterano di Shiloh. Queste forze si
scontrarono con i nordisti nel cimitero scatenando uno scontro corpo
a corpo. Quando Cleburne venne ferito Preston Smith assunse il
comando e al momento giusto seppe far affluire truppe fresche;
assieme agli sforzi di Churchill i federali di Nelson vennero messi
in rotta. I sudisti non solo sconfissero i federali ma catturarono
ben 4.300 nemici assieme ad artiglieria e rifornimenti. Dei restanti
federali 844 furono feriti e 206 uccisi. I confederati da parte loro
contarono solo 78 morti e 372 feriti.
Dopo la battaglia Kirby Smith entrò a Lexington accolto da una
popolazione in festa, era il 2 settembre. Qui il generale rimase
bloccato decidendo di abbandonare l'offensiva. Mentalmente confuso
nei giorni seguenti pensò di marciare verso sud per unirsi a Bragg,
poi cambiò idea pensando di muovere verso Cincinnati, infine pensò
di tornare al Cumberland Gap per affrontare Morgan. Ma presto si
scontrò con la dura realtà: i rapporti indicavano la concentrazione
di forze federali a Cincinnati e a Louisville mentre i fantomatici
fiumi di volontari pronti ad unirsi alle forze sudiste non si
materializzarono; l'unico supporto fornito dai kentuckiani ai
confederati fu l'entusiasmo con cui accolsero l'arrivo delle armate
del sud nei primi giorni. In queste condizioni Smith tornò a
rivolgersi a Bragg in cerca di aiuto: "A meno che voi possiate
muovere rapidamente le vostre colonne in questa direzione o lanciare
un attacco combinato con me su Louisville...sarò costretto a
ripiegare su di voi per avere supporto". Come fa notare lo storico
Kenneth W. Noe, per la seconda volta dopo Chattanooga Bragg "era di
nuovo in movimento per salvare Kirby Smith".
L'invasione
di Bragg e la "corsa" di Buell
Mentre i confederati decidevano ancora come opporsi all'offensiva su
Chattanooga, i federali riuscirono ad avvicinarsi tanto alla città
da riuscire a bombardarla con alcune avanguardie. Ma l'avanzata del
grosso delle forze di Buell era estremamente lenta e piagata da una
carenza micidiale di acqua potabile. Solo a metà luglio due
divisioni federali riuscirono a giungere nei pressi di Stevenson
dove si trincerarono e iniziarono a cercare cibo e acqua oltre che a
combattere contro la guerriglia e ripristinare ponti e ferrovie.
Queste divisioni erano guidate da due generali destinati ad avere un
ruolo fondamentale nella seconda parte della campagna. Uno era il
maggior-generale Thomas L. Crittenden, un kentuckiano che come altre
famiglie del suo stato aveva un fratello nell'esercito nemico la cui
carriera era già stata distrutta a Mill Springs nei primi scontri
avvenuti in Kentucky. Crittenden era un civile ma aveva avuto
esperienza sotto Zachary Taylor nella guerra in Messico. L'altro era
il maggior-generale Alexander McCook, un diplomato della classe 1852
di West Point con esperienza sulla frontiera e impegnato sui campi
della guerra civile sin dalla battaglia di First Manassas. E proprio
durante l'avanzata su Chattanooga, a Decherd, il fratello più
vecchio di Alexander McCook, il brigadier-generale Robert L. McCook
venne ucciso il 5 agosto da una banda di guerriglieri.
Mentre le due divisioni giungevano a Stevenson i confederati
lanciarono contro l'Armata dell'Ohio la cavalleria del generale
Nathan B. Forrest e del colonnello John H. Morgan. Il 13 luglio una
guarnigione federale di 1.400 uomini a Murfreesboro, in Tennessee,
venne catturata da Forrest che distrusse anche un deposito, i ponti
e i binari ferroviari dell'area e confiscando infine 200.000 razioni
destinate all'armata di Buell che dovette essere messa a mezze
razioni. Il 10 agosto invece Morgan catturava la guarnigione di
Gallatin, sempre in Tennessee, distruggendo i ponti e i binari
dell'area oltre che il tunnel ferroviario situato presso la città,
il 19 sconfiggeva la forza di cavalleria nordista inviata in zona
per fermare i raid sudisti catturando il generale Richard W. Johnson
e rendendo inefettiva la cavalleria federale per il resto della
campagna. Ma ciò che più preoccupava il generale Buell era ora
l'apparizione dell'Armata del Mississippi di Bragg a Chattanooga. Un
preoccupato McCook riferiva erroneamente il 20 agosto che i
confederati stavano attraversando in forze il fiume Tennessee.
Raggiunto anche dalle notizie che riguardavano l'ingresso in
Kentucky delle forze confederate di Kirby Smith, il generale Buell
che si trovava con un'armata ormai completamente immobilizzata
decise di abbandonare la campagna ideata da Halleck e ripiegare su
Nashville. Per scongiurare un immediato attacco sulla vitale città
del Tennessee ordinò pertanto alle due divisioni avanzate e sotto la
guida di McCook di ripiegare a McMinnville. Buell fu sicuro fin da
subito che l'obbiettivo dell'armata di Bragg a Chattanooga era
Nashville e pertanto decise che per i confederati la miglior via per
colpirla era passare da Decherd o Altamont e poi puntare su
Murfreesboro. Per Buell Altamont era il punto migliore in cui
concentrare le forze federali in attesa della mossa di Bragg.
D'altro avviso era il generale George Thomas, un virginiano rimasto
fedele all'Unione. Mentre si trovava a McMinnville basandosi sui
rapporti della propria cavalleria e dei civili egli si convinse
che i confederati si sarebbero diretti in Kentucky passando per
Sparta. Non escludendo però la possibilità prevista da Buell
consigliò di conseguenza una concentrazione a McMinnville dalla
quale le forze nordiste avrebbero potuto agevolmente rispondere ad
un'avanzata nemica su entrambe le posizioni. Ma Buell era
irremovibile e ad Altamont si sarebbero dovute concentrare anche le
forze di Thomas. L'area priva di risorse per mantenere concentrate
grandi quantità di truppe costrinse però Thomas a tornare a
McMinnville con sua grande soddisfazione.
Sebbene il 20 agosto McCook riferiva di forze confederate in
avanzata, in realtà solo il 27 agosto Bragg riusciva ad iniziare il
suo movimento verso nord essendo stato finalmente raggiunto
dall'artiglieria della sua armata. Dopo una scaramuccia con i
picchetti federali e aver ricevuto notizie di una forza nordista
concentrata a McMinnville, il generale sudista decise di dirigersi
verso nord-est e come previsto da Thomas raggiungere Sparta,
giungendovi il 3 settembre. Nei giorni seguenti secondo alcuni
storici prese la decisione finale su quali sarebbero stati i suoi
obbiettivi nell'imminente offensiva, decidendo tra il Kentecky e
Nashville. Secondo Thomas Connelly invece Bragg lasciò Chattanooga
se non già del tutto convinto, molto propenso oramai ad invadere il
Kentucky centrale. Sebbene solo il 5 settembre ricevette notizie da
Kirby Smith che lo informavano della sua vittoria di Richmond (ma
anche delle sue richieste di raggiungerlo al più presto presso
Lexington), e il 7 gli fu segnalato che Buell era probabilmente in
ritirata su Bowling Green, il generale aveva già deciso tempo prima
di marciare in Kentucky avendo il 2 settembre predisposto una serie
di depositi lungo la strada che portava a Gainesboro sulle sponde
del fiume Cumberland e il 5 messo in marcia il corpo di Leonidas
Polk.
Nel frattempo Buell realizzò troppo tardi che Thomas aveva ragione e
la mossa confederata costrinse i federali ad abbandonare entrambe le
posizioni di Altamont e McMinnville e concentrarsi a Murfreesboro,
sulla strada che portava direttamente a Nashville. Da qui "la nostra
forza principale può essere scagliata contro il nemico...
sopraffarlo e spingerlo verso Sparta, la sua più lunga linea di
ritirata. Una grossa forza di cavalleria e fanteria potrebbe
attraversare le montagne... e colpirlo alle spalle, distruggendo la
sua intera forza" proponeva ora il generale Thomas. Ma la poco
aggressiva e prudente indole di Buell accompagnata dalla sua mania
per avere tutto ben pianificato e pronto prima di muoversi costrinse
i federali a ripiegare ulteriormente sin dentro ai trinceramenti di
Nashville. Il 2 settembre il generale unionista vi fece ingresso
alla testa di un'armata sconvolta, inpanicata ed esausta. Pure a
Washington si cominciavano ad avere dei timori per l'evolversi della
situazione ed un preoccupato Abraham Lincoln arrivò a chiedere se
Bragg si trovasse ancora ad ovest e non stesse per raggiungere
l'armata di Robert E. Lee in Maryland.
Bragg, dopo aver perso forse troppo tempo a Sparta, entro il 7
settembre mise in moto tutte le sue restanti forze dopo quelle di
Polk, spronato dalle notizie ricevute da Forrest che confermavano
che l'armata di Buell era nuovamente in ritirata diretta a Bowling
Green. Aveva così inizio la corsa per Louisville poiché l'Armata
dell'Ohio da Bowling Green avrebbe potuto utilizzare la Louisville &
Nashville Railroad o la principale strada che collegava Louisville a
Bowling Green, ovvero la Louisville Pike, per ritirarsi
ulteriormente e avvicinarsi alla base di Louisville frapponendosi
oltretutto tra le forze di Bragg e Smith. Di conseguenza Bragg
avrebbe potuto con una rapida mossa tagliare queste due vie di
comunicazione e congiungendosi con Smith bloccare ed eliminare
Buell. Il corpo di Polk che già aveva attraversato il Cumberland
venne così lanciato verso Glasgow. L'11 settembre la prima fase
della corsa venne vinta da Bragg che entrava nella cittadina con due
giorni di anticipo su Buell e disponeva le forze di Polk per
bloccare la ferrovia a Cave City e Proctor's Station. Ma a Glasgow
vi era una grave carenza di risorse e vettovaglie necessarie a
mantenere l'Armata del Mississippi concentrata e in aggiunta giunse
voce che altre forze federali sotto il generale William S. Rosecrans
si stavano unendo a Buell. Bragg non poteva quindi rimanere fermo e
attendere, doveva riprendere immediatamente a marciare per poter
mantenere intatta la sua armata di 27.000 uomini. Piuttosto che
puntare su Lexington dove si trovava Kirby Smith per poi attaccare
Cincinnati, decise di dirigersi su Louisville avendo sotto controllo
la principale strada e ferrovia che conducevano all'importante
città. Invitò pertanto Smith a tenersi pronto per sostenere un
attacco su Louisville a partire dal 23 settembre e a far avanzare le
brigate di Cleburne e Preston Smith a Shelbyville, una cittadina
poco ad ovest di Frankfort. L'armata di Bragg avrebbe intrapreso la
strada che portava a Bardsville, scelta dovuta al fatto che lungo il
percorso vi erano buone fonti di acqua, un elemento assai scarso in
quella che era una delle più aride stagioni della storia del
Kentucky.
MAPPA 2: da Munfordville
a Louisville, da Richmond a Frankfort
L'affare di
Munfordville
Appena l'armata confederata arrivò a Glasgow il 12 settembre, la
brigata di fanteria del generale James R. Chalmers venne inviata a
Cave City per tagliare la ferrovia. Qui il 13 vennero intercettati
alcuni messaggi telegrafici provenienti dalla piccola guarnigione
federale trincerata nella cittadina di Munfordville a difesa di un
ponte sulla cruciale linea Nashville-Louisville. E' qua che si
evolse una situazione che andò a ritardare la marcia su Louisville
per via di Bardstown. Il colonnello John T. Wilder, comandante
federale a Munfordville, richiedeva rinforzi e da Louisville
confermavano che sarebbero stati inviati. Nello stesso giorno il
colonnello John Scott e la sua cavalleria erano stati inviati da
Kirby Smith a tagliare la stessa linea ferroviaria tra Louisville e
Munfordville. Quando Scott giunse nella cittadina dopo averla
presumibilmente isolata chiese a Wilder di arrendersi, questi
ovviamente si rifiutò. Scott inviò allora un dispaccio a Chalmers
chiedendogli di supportarlo in un suo attacco alla piccola ed
inesperta guarnigione la mattina seguente. All'alba del 14 settembre
la brigata giunse sul posto e nonostante Chalmers si rese conto che
i trinceramenti nemici erano ben superiori a quanto riportato da
Scott decise ugualmente di assaltare la posizione. Per quattro ore e
mezza i confederati si lanciarono in ripetuti assalti venendo sempre
respinti. Chalmers infine tentò ugualmente di chiedere una resa ma
un reggimento di fanteria da Louisville stava per giungere di
rinforzo ai federali e anche l'intera armata di Buell si stava
concentrando a Bowling Green. Wilder quindi rifiutò di cedere e
Chalmers dovette ripiegare dopo aver subito 35 morti e 253 feriti
senza aver guadagnato nulla.
L'Armata del Mississippi e Bragg quel giorno si trovavano ancora a
Glasgow per riposare e celebrare la prima vittoria strategica
sull'armata di Buell. In serata però il generale ricevette notizia
dell'iniziativa di Chalmers andata male. Il primo scontro della
campagna era stato vinto dai federali e secondo Bragg ciò poteva
essere assai dannoso per il morale del suo esercito. Pertanto ordinò
all'intera armata di dirigersi a Munfordville giungendovi il 16
settembre. Immediatamente riconoscendone il potenziale difensivo
Bragg decise di chiedere nuovamente la resa alla guarnigione
federale. Wilder dopo un lungo tentennamento decise di accettare a
patto che i confederati dimostrassero di essere realmente in
superiorità rispetto alla sua guarnigione. Scortato dal
maggior-generale confederato Simon Bolivar Buckner, nativo proprio
di Munfordville,
il colonnello Wilder fu portato ad ispezionare il corpo del generale
William J. Hardee. Ciò che vide lo convinse, la mattina seguente
Wilder e la sua colonna si arresero venendo inviati a Bowling Green
liberi sulla parola con la speranza di demoralizzare l'Armata
dell'Ohio. Il 17 settembre Bragg inviava un dispaccio a Richmond nel
quale vantava la cattura di 4.000 prigionieri, 4.000 armi, 10
cannoni e grandi quantità di munizioni.
Va ora ricordato però che sebbene avesse deviato su Munfordville, al
momento l'obbiettivo di Bragg rimaneva la cattura di Louisville.
Nonostante il 18 settembre inviò Stoddard Johnson a Lexington per
chiedere a Smith di inviare vettovaglie a Bardsville e lì
raggiungerlo con le sue forze, fino al 20 Bragg rimase fermo nella
cittadina concedendo fin troppo tempo ai federali per radunare forze
e fortificare la città kentuckiana aspettando invece a Munfordville
una mossa di Buell. E qui nasce quello che lo storico Thomas L.
Connelly chiama il "mito di Munfordville". Secondo alcuni storici
Bragg stava bloccando ogni possibilità per Buell di recarsi a
Louisville e avrebbe dovuto rimanere schierato sulla difensiva
attendendo l'attacco nemico o prendere in mano l'iniziativa e
distruggere l'Armata dell'Ohio. Tale tesi è rifiutata da tutti gli
storici moderni per una serie di motivi. Innanzi tutto l'armata
confederata era in inferiorità numerica e con le forze di Kirby
Smith lontane e tutt'altro che intenzionate a raggiungerlo. In
secondo luogo l'area di Munfordville era priva di qualsiasi risorsa
necessaria a mantenervi concentrato l'esercito confederato sulla
difensiva. Per di più le forze federali di Buell a Bowling Green non
sarebbero state obbligate a passare da Munfordville per ritirarsi
ulteriormente su Louisville, ma avrebbero potuto facilmente
aggirarla sulla sinistra costeggiando, se non addirittura
attraversando il fiume Ohio, e minacciando seriamente di isolare
Bragg da Smith definitivamente. Lo storico Kenneth W. Noe riassume
bene con queste parole la situazione: "Oltretutto, senza la
cooperazione di Kirby Smith, Bragg sarebbe stato in inferiorità
numerica anche se attaccato, e Kirby Smith quasi certamente avrebbe
lasciato Bragg al suo destino...Quando [il generale federale Morgan]
infine abbandonò il passo di Cumberland la notte del 17 settembre
dirigendosi nelle montagne del Kentucky orientale, Kirby Smith si
mosse per affrontare questa minaccia. Offrì ben poco a Bragg oltre
alle brigate di Cleburne e Preston Smith a Shelbyville, un po' di
cavalleria, e il consiglio di prendere Louisville per conto suo se
possibile. E cosa sarebbe successo se Buell avesse attaccato e fosse
stato battuto? Quasi sicuramente si sarebbe ritirato inizialmente a
Bowling Green, dove difese formidabili avrebbero preservato il suo
esercito costringendo Bragg ad un assalto frontale suicida come
quello di Chalmers a Munfordville o a un assedio per il quale non
aveva forze in grado di mantenerlo". Anche Steven E. Woodworth si
dimostra dello stesso parere sostenendo che "finora Bragg aveva
condotto una brillante campagna. Aveva improvvisato bene di fronte
alla non cooperazione di Smith...Ma non poteva attaccare Buell,
siccome la sua armata era in inferiorità numerica rispetto a quella
federale ed era fortemente trincerata. Le cose sarebbero potute
andare diversamente se Smith fosse stato a portata di mano, ma Smith
non era interessato. Aveva disperso le sue truppe sul territorio per
raccogliere vettovaglie e quando le poche migliaia di truppe
dell'Unione tagliate fuori al Cumberland Gap avevano tentato di
scappare a nord aveva inviato la sua intera forza ad inseguirli per
tutto il Kentucky orientale." Bragg non poteva ordinare a Smith di
raggiungerlo, continua lo storico, siccome egli aveva un comando
indipendente almeno fino a quando le forze non si sarebbero unite.
Ai ripetuti appelli di Bragg, Smith rispose che non poteva
abbandonare la sua area di Kentucky e piuttosto invitava il
comandante dell'Armata del Mississippi ad eliminare al più presto le
forze di Buell. Altro fattore da considerare è la timidezza di Buell
che sebbene decise di abbandonare Bowling Green non si spinse molto
oltre a Cave City. Sebbene sembrasse per una volta determinato a
dare battaglia, quando il colonnello Wilder giunse con la sua
guarnigione arresasi a Munfordville portando voci che assicuravano
un'armata confederata molto numerosa Buell cambiò immediatamente
spirito preferendo aspettare che anche il resto delle forze di
Thomas (ancora nei pressi di Nashville) giungessero nelle vicinanze.
Bragg ricevette rapporti sui movimenti federali che li indicavano in
movimento verso Munfordville ma anche sulle strade che portavano
oltre il suo fianco sinistro. Quando la divisione Buckner venne
fatta avanzare per tentare di sondare una presenza federale di
fronte a Munfordville senza ottenere risultati, con le razioni quasi
ultimate e preoccupato da alcuni rapporti che davano il nemico
diretto a Owensboro/Hawesville (ovvero verso il fiume Ohio), il
generale Bragg decise il 19 settembre di riprendere la marcia su
Bardstown per attaccare Louisville. Secondo lo storico Thomas
Connelly "l'errore non fu nell'abbandonare Munfordville ma recarvisi
in primo luogo. Il movimento aveva mostrato il suo scarso
apprezzamento per la geografia del territorio. Aveva allontanato la
sua armata dalla ottima New Haven Pike che correva verso nord a
Bardstown, ritardando così il suo congiungimento con Kirby Smith".
Solo il giorno seguente alcuni elementi delle forze del generale
Thomas si avvicinavano all'area di Munfordville. Un confuso Buell
continuò ad avanzare lentamente la sua armata verso Louisville
temendo di essere attaccato presso Elizabethtown, ma non accadde
nulla. Il 25 settembre le prime unità dell'Armata dell'Ohio
entravano a Louisville. Cosa era accaduto a Bardstown?
Verso
Perryville
Quando Braxton Bragg giunse a Bardstown il 22 settembre non avvenne
nessun congiungimento con le forze di Smith. Ciò che Bragg trovò fu
una lettera nella quale Smith lo informava di aver deciso di
avanzare nella direzione opposta per unirsi alle forze del generale
Humprey Marshall appena arrivate a Mount Sterling dalla Virginia
occidentale e attaccare Morgan in fuga da Cumberland Gap. Il
comandante dell'Armata del Mississippi tentò ugualmente di
pianificare un attacco su Louisville ma nel giro di poche ore cambiò
saggiamente idea avendo realizzato che le forze federali accumulate
nella città avrebbero fermato l'assalto anche delle forze di Smith
combinate alle sue. Bragg aveva perso la sua audacia, il suo
ottimismo e sicuramente era provato dalla lunga campagna. Il suo
esercito era altrettanto esausto e perfino l'inarrestabile Forrest
(che di lì a breve avrebbe abbandonato la spedizione per recarsi in
Tennessee a reclutare nuovi reggimenti da lanciare sulle retrovie
nemiche) comunicò che la sua cavalleria non era in grado di tagliare
la ferrovia tra Louisville e Elizabethtown. La sua armata
necessitava di qualche giorno di riposo. Anche se Buell non fosse
stato così vicino alla città un attacco sarebbe stato comunque
oramai sconsigliabile, i principali errori di Bragg furono quelli di
aver perso troppi giorni a Sparta, Glasgow e con l'intera vicenda di
Munfordville. Se avesse avanzato celermente sulla città forse le
truppe confederate sarebbero giunte in tempo per colpire la
demoralizzata e sconvolta guarnigione di Louisville nonostante fosse
ben trincerata e costantemente rinforzata. Ma per come andarono i
fatti anche in questo caso ci sarebbero state buone probabilità di
insuccesso visto l'atteggiamento di Kirby Smith che avrebbe lasciato
in ogni caso Bragg a vedersela da solo con i suoi avversari.
Nei giorni successivi all'arrivo a Bardstown ci fu un cambiamento
nello spirito di Bragg, forse agevolato dalla stanchezza e dai
malori ricorrenti uno stato di depressione e pessimismo prese il
sopravvento nel generale. La sua complicata strategia per la
campagna non stava funzionando, la promessa cooperazione di Kirby
Smith non si era mai materializzata, Van Dorn e Price in Mississippi
non erano riusciti a trattenere efficacemente le forze federali di
Grant ed erano già state battuti a Iuka (e brevemente lo sarebbero
state anche a Corinth) e la divisione Breckinridge non era giunta in
Kentucky trattenuta da invece da Van Dorn. Non solo il fallimento
degli altri comandanti coinvolti impediva all'organico dell'armata
di Bragg di crescere a dispetto dei federali, ma i tanto agognati e
promessi volontari del Kentucky non si stavano arruolando per unirsi
alle armate confederate. Lo stesso Smith confidava a Bragg che "I
loro cuori sono con noi" ma "I Kentuckiani sono lenti nel radunarsi
attorno ai nostri vessilli". La situazione comportava un cambiamento
di strategia e Bragg fuorviato da rapporti che si rivelarono poi
errati e, come spesso fece, sottovalutando il proprio avversario, si
convinse di avere abbastanza tempo a disposizione per abbandonare
l'iniziativa, ripristinare la sua armata con nuovi arruolamenti e
riprendere le operazioni offensive.
Fonti
Official Records of the War of the Rebellion, Vol. XVI, Part 1 & 2
Thomas L. Connelly. Army of the Heartland. The Army of Tennessee
1861-1862
Kenneth W. Noe, Perryville. This Grand Havoc of Battle
Grady McWhiney, Braxton Bragg and Confederate Defeat Volume 1
Archer Jones & Herman Hattaway, How the North Won. A Military
History of the Civil War
Stanley F. Horn, The Army of Tennessee
Steven E. Woodworth, Jefferson Davis and His Generals. The Failure
of Confederate Command in the West
General Braxton Bragg, C. S. A., Samuel J. Martin
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