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•L'invasione confederata del Kentucky
Testo e mappe di Matteo Fontana

Pubblicato il 11/05/2013

Introduzione
E' forse una delle più trascurate campagne dell'intera guerra civile americana quella che nell'estate del 1862 vide la sconfitta Armata confederata del Mississippi attraversare il profondo sud per più di mille chilometri, rischierarsi in Tennessee orientale, entrare nello stato del Kentucky e infine affrontare nella battaglia di Perryville l'Armata dell'Ohio. Sopratutto in Italia dove il materiale nella nostra lingua è assai scarso questa principale campagna, non solo del fronte occidentale ma dell'intera guerra, non ha mai trovato una giusta trattazione. In alcune opere essa non viene nemmeno citata, in altre come il piccolo volumetto di Reid Mitchell "La guerra civile americana" viene liquidata con poche righe. Persino nell'opera italiana di riferimento per molti studenti e appassionati, "Storia della guerra civile americana" di Raimondo Luraghi, vengono dedicate solo 16 pagine di cui molte sono riservate alle battaglie di Iuka e Corinth, lasciando poco spazio alle manovre, alle decisioni e agli errori dei comandanti coinvolti nell'invasione del Kentucky. Lo scopo di questo articolo è fare un po' di chiarezza sulla principale offensiva confederata sul fronte occidentale nella seconda metà del 1862, un'offensiva mirata a riconquistare un vasto territorio ricco di materie prime e industrie: il cuore pulsante della Confederazione, il cosiddetto "Heartland".

L'iniziativa federale
Nel giugno del 1862 il generale Henry Wager Halleck si trovava a Corinth, Mississippi, con più di 100.000 soldati federali. Nei mesi precedenti Fort Henry e Fort Donelson, Nashville e infine anche Memphis erano cadute nelle mani dei nordisti e i confederati del generale Albert Sidney Johnston erano stati battuti a Shiloh. La schiacciante superiorità numerica dei federali e le malsanità della zona di Corinth avevano costretto il successore del defunto Johnston, il generale P.G.T. Beauregard ad evacuare verso sud, a Tupelo, il che avvenne con successo grazie all'estrema prudenza di Halleck. I federali si trovavano ora a dover decidere quale mossa fare per mantenere l'iniziativa sul fronte occidentale. Essendo sconsigliabile inoltrarsi nel paludoso cuore del Mississippi in un'estate particolarmente secca e senza alcuna linea di comunicazione sicura, Halleck optò per lasciare un velo di truppe a confrontare Beauregard. Buona parte dei suoi uomini vennero poi dispersi negli appena riconquistati territori del Mississippi settentrionale, del Tennessee occidentale e Orientale e del Kentucky per ripristinare l'autorità di Washington e ricostruire le linee ferroviarie distrutte. Altre divisioni vennero invece inviate al comandante delle operazioni in Arkansas, attualmente impegnato in una nuova offensiva nel Trans-Mississippi. Halleck decise di impegnare le restanti forze in una nuova offensiva che abbandonava la sicurezza offerta dai grandi fiumi navigabili come il Mississippi, il Cumberland e il Tennessee, per sfruttare l'appena conquistata ferrovia Memphis & Charleston. Questa linea ferroviaria partiva da Memphis e attraversava in sequenza Corinth, Tuscumbia, Decatur, Huntsville, Stevenson per poi giungere al nodo di Chattanooga in Georgia. Sebbene il primo tratto della linea fosse stato danneggiato, la tratta più orientale nel nord Alabama era stato catturato intatto. Infatti nei mesi precedenti il generale Ormsby M. Mitchel era stato inviato da Nashville verso sud con una divisione di circa 8.000 uomini. Questa piccola forza era riuscita a sopravvivere foraggiando nell'inospitale territorio dell'Alabama Settentrionale e a catturare i binari da Tuscumbia a Stevenson, minacciando costantemente di investire Chattanooga. Il momento era maturo per inviare un'intera armata di circa 30.000 uomini ad unirsi alla divisione di Mitchel, armata che avanzando da Corinth avrebbe man mano ripristinato la Memphis & Charleston RR usandola come linea di rifornimento per attaccare Chattanooga e, se fosse stato possibile, spingersi poi fino ad Atlanta.
L'unità disponibile era l'Armata dell'Ohio del cauto Don Carlos Buell. Buell era un ufficiale dell'esercito regolare federale, non aveva brillato all'accademia di West Point e nemmeno nei suoi primi anni di servizio. Tuttavia la sua reputazione migliorò durante le guerre contro i Seminole e il Messico nella quale combatté a molte principali battaglie guadagnandosi un paio di ferite e un brevetto da maggiore. Dopo la guerra servì come aiutante-generale nel Dipartimento del Pacifico dove i superiori apprezzarono il suo talento per l'organizzazione e la cura dei dettagli. Allo scoppio della guerra civile venne nominato brigadier-generale dei volontari e, sponsorizzato dal famoso insegnante di West Point Dennis Hart Mahan e da George B. McClellan, ottenne un posto al fronte al fianco di quest'ultimo in Virginia. Poco dopo rimpiazzò il generale William T. Sherman a capo del Dipartimento dell'Ohio, le cui forze avrebbero dovuto attaccare dal Kentucky il Tennessee Orientale, abitato da numerosi lealisti unionisti. Fin da subito Buell insistette sulle difficoltà logistiche di una simile operazione in una zona montagnosa che avrebbe impedito a una vasta forza armata di mantenere un'efficace linea di comunicazione con le retrovie. Egli preferì puntare su Nashville e grazie allo sfondamento della linea confederata a Fort Henry e Donelson invase con successo il Tennessee Centrale. Ma in seguito alla riorganizzazione delle forze federali sul fronte ovest effettuata dal presidente Abraham Lincoln nel marzo 1862, Buell perse il suo comando indipendente ritrovandosi subordinato ad Halleck. Il suo nuovo comandante lo inviò ad ovest per congiungersi con l'altra armata federale, quella di Ulysess S. Grant a Shiloh. Qui arrivò giusto in tempo per salvare la situazione e contribuire all'inseguimento verso Corinth dei ribelli.
Prima di lanciarsi nella nuova offensiva Buell tentò di convincere Halleck a cambiare linea di operazione. Secondo lui sarebbe stato meglio piegare prima su Nashville e da lì poi muovere verso sud-est contro Chattanooga ed evitare di utilizzare la lunga ed esposta linea ferroviaria Memphis & Charleston. Dopo alcuni giorni di valutazione Halleck si dimostrò irremovibile: Buell iniziò così nel giugno 1862 la sua lenta avanzata nell'ostile e poco ospitale Alabama Settentrionale per raggiungere Mitchel e investire Chattanooga.


MAPPA 1: l'avanzata di Buell su Chattanooga, lo spostamento di Bragg da Tupelo a Chattanooga, l'invasione del Kentucky di Kirby Smith, la ritirata di Buell e l'invasione di Bragg

La reazione confederata
A fronteggiare questa minaccia federale vi erano le forze del Dipartimento del Tennessee Orientale comandato da uno degli eroi di First Manassas: Edmund Kirby Smith. Nativo della Florida si era diplomato a West Point nel 1845, aveva combattuto in Messico ed era stato al fianco di Albert Sidney Johnston nel 2nd Cavalry poco prima della guerra. Con la secessione della Florida aveva dato le dimissioni e rapidamente aveva raggiunto il grado di brigadier-generale nell'esercito confederato. A First Manassas la sua brigata arrivò sul campo di battaglia al momento giusto per ribaltare le sorti dello scontro ma venne ferito. L'episodio gli provocò parecchia celebrità tanto che nei salotti di Richmond cominciò ad essere ribattezzato come il Blucher della Confederazione. Il presidente sudista Jefferson Davis lo selezionò quindi per il nuovo comando indipendente in Tennessee. Qui Smith doveva difendere la ferrovia che passando per Knoxville e Chattanooga collegava la capitale Richmond ad Atlanta e permetteva un rapido passaggio di rifornimenti dal fronte occidentale a quello della Virginia. Per proteggere questa linea di 300 chilometri Smith aveva a disposizione solo 9.000 uomini che nei mesi di maggio, giugno e luglio 1862 mosse freneticamente da un'estremità all'altra del suo dipartimento, ovvero dal fianco sinistro ancorato a Chattanooga nella Georgia Settentrionale al fianco destro piazzato nel Cumberland Gap, una passo nelle aspre montagne del Tennessee Orientale. Ad aggiungersi alla minaccia dell'Armata dell'Ohio di Buell su Chattanooga infatti si aggiunse anche un'altra spedizione federale, quella del generale George W. Morgan. Morgan, un vecchio amico di Smith, aggirò il passo e il generale confederato dovendo decidere tra la difesa di Chattanooga (il 7 giugno già bombardata dalle avanguardie di Buell) o fermare la manovra su Cumberland Gap preferì concentrare le sue forze sul nodo ferroviario della Georgia Settentrionale. Di fatti il 29 giugno il grosso dell'Armata dell'Ohio di Buell si trovava a Huntsville, la minaccia federale si avvicinava e per poterla fermare Kirby Smith aveva disperatamente bisogno di rinforzi.
Per sua fortuna il 26 giugno il generale Braxton Bragg ora al comando dell'Armata del Mississippi di Beauregard (assentatosi senza permesso e rimosso da Davis) in seguito ai disperati appelli di soccorso aveva deciso di aiutarlo con l'invio di una divisione di fanteria. Bragg aveva studiato presso l'accademia di West Point ed era fin da subito divenuto famoso dopo essersi diplomato per il suo carattere scontroso che l'aveva portato ad attaccare senza esitazione persino i propri superiori. Uno stretto disciplinario si dimostrò un abile ufficiale di artiglieria durante la guerra contro il Messico ottenendo fama a livello nazionale. Alcuni anni prima della guerra civile, frustrato dall'incompetenza dei politici e dall'immobilismo degli ufficiali anziani dell'esercito decise di abbandonare la carriera militare e dedicarsi alla sua nuova piantagione in Louisiana. Allo scoppio della guerra il governatore della Louisiana gli offrì il comando delle truppe di stato e successivamente la Confederazione lo pose al comando delle truppe impegnate nell'assedio di Fort Pickens. Fu qui che i suoi rapporti con il presidente Davis, fino ad allora indifferenti se non addirittura ostili, iniziarono a prendere una piega positiva per la sua carriera. L'abilità di Bragg nel trasformare una massa di volontari in un piccolo esercito ben disciplinato ed efficace vinsero l'ammirazione di molti eminenti sudisti e dello stesso presidente che rimase particolarmente toccato dalla sua dedizione alla causa quando si offrì di scambiare i suoi reggimenti ben addestrati per nuove unità appena organizzate. In seguito alla penetrazione federale in Tennessee, Bragg e il suo comando vennero inviati a rinforzo di Johnston e come comandante di corpo e capo di stato maggiore partecipò alla battaglia di Shiloh. Dopo la ritirata a Tupelo Beauregard ritenne necessario assentarsi per motivi di salute e lasciò a Bragg il comando dell'Armata del Mississippi, incarico che venne poi confermato definitivamente dal presidente.
A Tupelo Bragg dovette subito confrontarsi con una situazione d'emergenza ma si mise immediatamente al lavoro con impegno ed energia. I risultati furono validi, i suoi circa 32.000 uomini ricevettero nuove uniformi e migliori rifornimenti, riorganizzò l'armata instillando una maggiore disciplina e iniziò a programmare una nuova campagna. Di fronte a lui Halleck aveva appena distaccato Buell verso Chattanooga, tuttavia i federali rimanevano in superiorità e i confederati non disponevano di sufficienti carriaggi nell'area per muovere con rapidità. Inseguire Buell era fuori discussione, come avrebbero potuto sostenersi i confederati su un territorio già depredato dalla divisione Mitchell prima e dall'armata di Buell dopo? Furono molti i fattori che convinsero Bragg a focalizzare la sua attenzione su Chattanooga. Innanzi tutto le ripetute richieste di soccorso di Smith gli permisero di capire che il nodo ferroviario nel nord della Georgia era fondamentale per la confederazione e difenderlo era imperativo. Altro fattore fu il cosiddetto "sogno del Kentucky" a cui molti storici accennano. In quei mesi molti rappresentanti civili e militari provenienti del Kentucky e leali alla Confederazione cominciarono a fare pressioni sull'alto comando sudista e il congresso sostenendo che il Kentucky era pronto a mobilitarsi in massa per sostenere la Confederazione e liberarsi dell'occupazione federale che aveva lasciato estremamente delusi la maggior parte dei cittadini. Lo stato insomma, era pronto a insorgere e una volta liberato, avrebbe aiutato i sudisti a minacciare il confine dell'Ohio e le grandi città industriali del nord. Anche il presidente Jefferson Davis affascinato da questa prospettiva si dimostrò favorevole a un'offensiva mirata a riconquistare Tennessee e Kentucky. Ma Bragg era ancora titubante, in fin dei conti era da poco al comando di un'armata e di fronte a lui si presentavano immense difficoltà logistiche. Nel frattempo per rispondere agli appelli di Smith e forse anche per testare la fattibilità di un ipotetico trasferimento dell'intera armata a Chattanooga, il 26 giugno la divisione McCown venne inviata in soccorso di Smith impiegando solo sei giorni per giungervi.
Pochi giorni dopo la decisione era presa, l'Armata del Mississippi si sarebbe trasferita a Chattanooga dove si sarebbe unita alle forze di Smith per minacciare Buell nel Tennessee Centrale e riprendere Nashville. Il 23 luglio i 30.000 uomini di Bragg iniziarono il lungo viaggio di più di 1.200 chilometri: da Tupelo la fanteria si sarebbe mossa con la ferrovia attraverso Meridian fino a Mobile, qui sarebbe stata traghettata attraverso la baia per poi prendere un altro treno che li avrebbe condotti a Montgomery, Atlanta e poi finalmente a Chattanooga. La cavalleria e l'artiglieria avrebbero però percorso una strada più diretta senza l'ausilio della ferrovia. In Mississippi a fronteggiare i federali di Grant sarebbero rimasti 16.000 uomini a Tupelo sotto il maggior-generale Sterling Price e altri 16.000 a Vicksburg sotto Earl Van Dorn. Il 29 luglio le prime truppe di Bragg entravano a Chattanooga, il grosso delle forze di Buell erano bloccate a chilometri di distanza e tutte le forze federali nel fronte occidentale rischiavano di vedere le loro linee di comunicazione con il nord tagliate da un rapido movimento in Tennessee dell'Armata del Mississippi di Bragg.

L'iniziativa passa ai confederati
Il 31 luglio Kirby Smith e Braxton Bragg si incontravano a Chattanooga per discutere sul futuro della campagna. Venne deciso che mentre l'Armata del Mississippi di Bragg attendeva l'arrivo dell'artiglieria e di tutti i suoi carriaggi a Chattanooga, Kirby Smith dovesse concentrare le sue forze contro i federali a Cumberland Gap assistito anche dai 3.000 uomini del comando indipendente del generale Humphrey Marshall in Virginia Occidentale. Eliminato Morgan, Smith si sarebbe unito a Bragg per aiutarlo a sconfiggere Buell, liberare il Tennessee e probabilmente invadere poi il Kentucky. Bragg decise di coinvolgere oltre alle forze di Marshall anche quelle di Price e Van Dorn che avrebbero dovuto impedire all'armata di Grant a Corinth di inviare dapprima rinforzi a Buell. In previsione di un ingresso in Kentucky la divisione di John C. Breckinridge, influente kentuckiano oltre che vice-presidente dell'amministrazione Buchanan e candidato all'elezioni del 1860, si sarebbe poi distaccata da Van Dorn per unirsi a Bragg e aiutare a far insorgere i propri concittadini. A rendere alettante l'ingresso in Kentucky furono i rapporti di Nathan B. Forrest e John H. Morgan che dopo aver condotto dei raid nelle zone segnalavano la presenza di numerose reclute volenterose di unirsi alla causa sudista e che avrebbero potenziato le forze sudiste sul fronte occidentale. Il piano era formidabile ma come si può notare si basava sulla collaborazione di troppi comandanti indipendenti, Bragg aveva autorità diretta solo sulla sua armata. Tuttavia la situazione prometteva bene, già nei dispacci precedenti in cui Smith supplicava Bragg di soccorrerlo garantiva la sua totale collaborazione e disposizione ad obbedire ai suoi ordini e anche nell'incontro del 31 luglio venne ribadita la volontà reciproca di collaborare per il bene della causa.
Nel giro di pochi giorni tuttavia le cose cominciarono già a cambiare. Smith appena giunto a Knoxville cambiò idea sui suoi obbiettivi e sulle sue priorità. I raid condotti da John Hunt Morgan in Kentucky stuzzicarono le sue ambizioni di una rapida e gloriosa campagna indipendente in Kentucky, dove stando al raider confederato migliaia di volontari si sarebbero uniti entusiasticamente alle sue forze permettendogli di avanzare fino all'Ohio. Era una prospettiva molto più allettante rispetto al piano concordato con Bragg, quello che lo avrebbe visto perdere il suo comando indipendente per divenire subordinato a Bragg nella sua offensiva per riconquistare il Tennessee. Prima di comunicare a Bragg questo suo cambio di idea Smith gli richiese dei rinforzi per investire Cumberland Gap, che ricevette nella forma delle ottime brigate di Preston Smith e Patrick R. Cleburne. Alcuni giorni dopo, il 9 agosto, informò Bragg che a suo parere i federali di Morgan disponevano di abbastanza scorte per resistere più di un mese e che quindi in tal caso sarebbe stato meglio se i suoi uomini avessero aggirato il passo e puntato direttamente a Lexington, in Kentucky.
Bragg non aveva alcuna autorità per negare a Smith di fare una simile manovra, i due erano comandanti indipendenti di due dipartimenti ben separati ma non tentò nemmeno di opporsi, sempre più convinto anche lui che oltre al Tennessee bisognava puntare a liberare il Kentucky. Si limitò a notare che era altamente improbabile che i federali avrebbero potuto resiste così a lungo e che in vista dell'attraversamento del fiume Tennessee la sua armata avrebbe impiegato una settimana a muoversi. Vi era ugualmente il tempo per attaccare e suggerì che se proprio fosse stato necessario superare la guarnigione federale la decisione di spingersi fino a Lexington sarebbe stata rischiosa dato che avrebbe portato le due armate ad allontanarsi troppo l'una dall'altra. Auspicò quindi che Smith non muovesse su Lexington se i federali una volta aggirati non si fossero ritirati verso l'Ohio lasciandoseli quindi alle spalle, ma che aspettasse che l'Armata del Mississippi si mettesse in moto. Sarebbe stata dura vedere un ambizioso e fiero Kirby Smith rinunciare alla propria indipendenza per sottostare agli ordini di Bragg nella sua campagna.

L'invasione di Kirby Smith e la battaglia di Richmond
Il 13 agosto Kirby Smith decideva di aggirare il passo di Cumberland, la campagna si stava trasformando. Da un operazione nata per minacciare le forze di Buell e riconquistare il Tennessee i movimenti confederati diventavano sempre più un'invasione per occupare il Kentucky. I primi a partire furono gli uomini della brigata di cavalleria di John Scott. Questi il 17 apparvero a London seguiti il 18 agosto a Barboursville dalle divisioni di Thomas J. Churchill e Patrick Cleburne, mentre la divisione di Henry Heth tardava essendo accompagnata dal grosso dell'artiglieria e dai carriaggi dall'armata. La divisione del generale Carter L. Stevenson veniva invece lasciata ad osservare il passo. A Barboursville Smith si era così messo in una posizione tale da rendere impossibile qualsiasi adempimento alle sue promesse di aiutare Bragg contro Buell e impedire che lo stesso o il presidente Davis obbiettassero a quella che sembrava la successiva e inevitabile mossa: marciare su Lexington. Il 27 agosto la piccola armata di Smith si mise in movimento lasciandosi alle spalle i federali di Morgan al passo. Il 29 la cavalleria di Scott fu coinvolta in alcune scaramucce a sud di Richmond, in un'altura strategica nota come Big Hill. La cavalleria fu respinta ma il giorno seguente le due brigate prestate da Bragg e guidate dal generale Cleburne attaccarono la fanteria nemica, composta da reclute dall'Indiana e dal Kentucky. Assieme alla divisione Churchill il generale Cleburne fece ripiegare i federali fino alla periferia di Richmond. Qui i circa 6.500 nordisti sotto il comando del generale William Nelson si riorganizzarono formando una linea a sud della città, il fianco sinistro protetto da un muro di pietra nel cimitero e il destro in un boschetto. Alle 17:00 iniziò l'avanzata confederata. Sulla destra avanzava la piccola divisione di Cleburne composta dalla sua brigata e quella di Preston Smith dell'Armata del Mississippi, veterano di Shiloh. Queste forze si scontrarono con i nordisti nel cimitero scatenando uno scontro corpo a corpo. Quando Cleburne venne ferito Preston Smith assunse il comando e al momento giusto seppe far affluire truppe fresche; assieme agli sforzi di Churchill i federali di Nelson vennero messi in rotta. I sudisti non solo sconfissero i federali ma catturarono ben 4.300 nemici assieme ad artiglieria e rifornimenti. Dei restanti federali 844 furono feriti e 206 uccisi. I confederati da parte loro contarono solo 78 morti e 372 feriti.
Dopo la battaglia Kirby Smith entrò a Lexington accolto da una popolazione in festa, era il 2 settembre. Qui il generale rimase bloccato decidendo di abbandonare l'offensiva. Mentalmente confuso nei giorni seguenti pensò di marciare verso sud per unirsi a Bragg, poi cambiò idea pensando di muovere verso Cincinnati, infine pensò di tornare al Cumberland Gap per affrontare Morgan. Ma presto si scontrò con la dura realtà: i rapporti indicavano la concentrazione di forze federali a Cincinnati e a Louisville mentre i fantomatici fiumi di volontari pronti ad unirsi alle forze sudiste non si materializzarono; l'unico supporto fornito dai kentuckiani ai confederati fu l'entusiasmo con cui accolsero l'arrivo delle armate del sud nei primi giorni. In queste condizioni Smith tornò a rivolgersi a Bragg in cerca di aiuto: "A meno che voi possiate muovere rapidamente le vostre colonne in questa direzione o lanciare un attacco combinato con me su Louisville...sarò costretto a ripiegare su di voi per avere supporto". Come fa notare lo storico Kenneth W. Noe, per la seconda volta dopo Chattanooga Bragg "era di nuovo in movimento per salvare Kirby Smith".

L'invasione di Bragg e la "corsa" di Buell
Mentre i confederati decidevano ancora come opporsi all'offensiva su Chattanooga, i federali riuscirono ad avvicinarsi tanto alla città da riuscire a bombardarla con alcune avanguardie. Ma l'avanzata del grosso delle forze di Buell era estremamente lenta e piagata da una carenza micidiale di acqua potabile. Solo a metà luglio due divisioni federali riuscirono a giungere nei pressi di Stevenson dove si trincerarono e iniziarono a cercare cibo e acqua oltre che a combattere contro la guerriglia e ripristinare ponti e ferrovie. Queste divisioni erano guidate da due generali destinati ad avere un ruolo fondamentale nella seconda parte della campagna. Uno era il maggior-generale Thomas L. Crittenden, un kentuckiano che come altre famiglie del suo stato aveva un fratello nell'esercito nemico la cui carriera era già stata distrutta a Mill Springs nei primi scontri avvenuti in Kentucky. Crittenden era un civile ma aveva avuto esperienza sotto Zachary Taylor nella guerra in Messico. L'altro era il maggior-generale Alexander McCook, un diplomato della classe 1852 di West Point con esperienza sulla frontiera e impegnato sui campi della guerra civile sin dalla battaglia di First Manassas. E proprio durante l'avanzata su Chattanooga, a Decherd, il fratello più vecchio di Alexander McCook, il brigadier-generale Robert L. McCook venne ucciso il 5 agosto da una banda di guerriglieri.
Mentre le due divisioni giungevano a Stevenson i confederati lanciarono contro l'Armata dell'Ohio la cavalleria del generale Nathan B. Forrest e del colonnello John H. Morgan. Il 13 luglio una guarnigione federale di 1.400 uomini a Murfreesboro, in Tennessee, venne catturata da Forrest che distrusse anche un deposito, i ponti e i binari ferroviari dell'area e confiscando infine 200.000 razioni destinate all'armata di Buell che dovette essere messa a mezze razioni. Il 10 agosto invece Morgan catturava la guarnigione di Gallatin, sempre in Tennessee, distruggendo i ponti e i binari dell'area oltre che il tunnel ferroviario situato presso la città, il 19 sconfiggeva la forza di cavalleria nordista inviata in zona per fermare i raid sudisti catturando il generale Richard W. Johnson e rendendo inefettiva la cavalleria federale per il resto della campagna. Ma ciò che più preoccupava il generale Buell era ora l'apparizione dell'Armata del Mississippi di Bragg a Chattanooga. Un preoccupato McCook riferiva erroneamente il 20 agosto che i confederati stavano attraversando in forze il fiume Tennessee. Raggiunto anche dalle notizie che riguardavano l'ingresso in Kentucky delle forze confederate di Kirby Smith, il generale Buell che si trovava con un'armata ormai completamente immobilizzata decise di abbandonare la campagna ideata da Halleck e ripiegare su Nashville. Per scongiurare un immediato attacco sulla vitale città del Tennessee ordinò pertanto alle due divisioni avanzate e sotto la guida di McCook di ripiegare a McMinnville. Buell fu sicuro fin da subito che l'obbiettivo dell'armata di Bragg a Chattanooga era Nashville e pertanto decise che per i confederati la miglior via per colpirla era passare da Decherd o Altamont e poi puntare su Murfreesboro. Per Buell Altamont era il punto migliore in cui concentrare le forze federali in attesa della mossa di Bragg. D'altro avviso era il generale George Thomas, un virginiano rimasto fedele all'Unione. Mentre si trovava a McMinnville basandosi sui rapporti della propria cavalleria e dei civili egli si convinse che i confederati si sarebbero diretti in Kentucky passando per Sparta. Non escludendo però la possibilità prevista da Buell consigliò di conseguenza una concentrazione a McMinnville dalla quale le forze nordiste avrebbero potuto agevolmente rispondere ad un'avanzata nemica su entrambe le posizioni. Ma Buell era irremovibile e ad Altamont si sarebbero dovute concentrare anche le forze di Thomas. L'area priva di risorse per mantenere concentrate grandi quantità di truppe costrinse però Thomas a tornare a McMinnville con sua grande soddisfazione.
Sebbene il 20 agosto McCook riferiva di forze confederate in avanzata, in realtà solo il 27 agosto Bragg riusciva ad iniziare il suo movimento verso nord essendo stato finalmente raggiunto dall'artiglieria della sua armata. Dopo una scaramuccia con i picchetti federali e aver ricevuto notizie di una forza nordista concentrata a McMinnville, il generale sudista decise di dirigersi verso nord-est e come previsto da Thomas raggiungere Sparta, giungendovi il 3 settembre. Nei giorni seguenti secondo alcuni storici prese la decisione finale su quali sarebbero stati i suoi obbiettivi nell'imminente offensiva, decidendo tra il Kentecky e Nashville. Secondo Thomas Connelly invece Bragg lasciò Chattanooga se non già del tutto convinto, molto propenso oramai ad invadere il Kentucky centrale. Sebbene solo il 5 settembre ricevette notizie da Kirby Smith che lo informavano della sua vittoria di Richmond (ma anche delle sue richieste di raggiungerlo al più presto presso Lexington), e il 7 gli fu segnalato che Buell era probabilmente in ritirata su Bowling Green, il generale aveva già deciso tempo prima di marciare in Kentucky avendo il 2 settembre predisposto una serie di depositi lungo la strada che portava a Gainesboro sulle sponde del fiume Cumberland e il 5 messo in marcia il corpo di Leonidas Polk.
Nel frattempo Buell realizzò troppo tardi che Thomas aveva ragione e la mossa confederata costrinse i federali ad abbandonare entrambe le posizioni di Altamont e McMinnville e concentrarsi a Murfreesboro, sulla strada che portava direttamente a Nashville. Da qui "la nostra forza principale può essere scagliata contro il nemico... sopraffarlo e spingerlo verso Sparta, la sua più lunga linea di ritirata. Una grossa forza di cavalleria e fanteria potrebbe attraversare le montagne... e colpirlo alle spalle, distruggendo la sua intera forza" proponeva ora il generale Thomas. Ma la poco aggressiva e prudente indole di Buell accompagnata dalla sua mania per avere tutto ben pianificato e pronto prima di muoversi costrinse i federali a ripiegare ulteriormente sin dentro ai trinceramenti di Nashville. Il 2 settembre il generale unionista vi fece ingresso alla testa di un'armata sconvolta, inpanicata ed esausta. Pure a Washington si cominciavano ad avere dei timori per l'evolversi della situazione ed un preoccupato Abraham Lincoln arrivò a chiedere se Bragg si trovasse ancora ad ovest e non stesse per raggiungere l'armata di Robert E. Lee in Maryland.
Bragg, dopo aver perso forse troppo tempo a Sparta, entro il 7 settembre mise in moto tutte le sue restanti forze dopo quelle di Polk, spronato dalle notizie ricevute da Forrest che confermavano che l'armata di Buell era nuovamente in ritirata diretta a Bowling Green. Aveva così inizio la corsa per Louisville poiché l'Armata dell'Ohio da Bowling Green avrebbe potuto utilizzare la Louisville & Nashville Railroad o la principale strada che collegava Louisville a Bowling Green, ovvero la Louisville Pike, per ritirarsi ulteriormente e avvicinarsi alla base di Louisville frapponendosi oltretutto tra le forze di Bragg e Smith. Di conseguenza Bragg avrebbe potuto con una rapida mossa tagliare queste due vie di comunicazione e congiungendosi con Smith bloccare ed eliminare Buell. Il corpo di Polk che già aveva attraversato il Cumberland venne così lanciato verso Glasgow. L'11 settembre la prima fase della corsa venne vinta da Bragg che entrava nella cittadina con due giorni di anticipo su Buell e disponeva le forze di Polk per bloccare la ferrovia a Cave City e Proctor's Station. Ma a Glasgow vi era una grave carenza di risorse e vettovaglie necessarie a mantenere l'Armata del Mississippi concentrata e in aggiunta giunse voce che altre forze federali sotto il generale William S. Rosecrans si stavano unendo a Buell. Bragg non poteva quindi rimanere fermo e attendere, doveva riprendere immediatamente a marciare per poter mantenere intatta la sua armata di 27.000 uomini. Piuttosto che puntare su Lexington dove si trovava Kirby Smith per poi attaccare Cincinnati, decise di dirigersi su Louisville avendo sotto controllo la principale strada e ferrovia che conducevano all'importante città. Invitò pertanto Smith a tenersi pronto per sostenere un attacco su Louisville a partire dal 23 settembre e a far avanzare le brigate di Cleburne e Preston Smith a Shelbyville, una cittadina poco ad ovest di Frankfort. L'armata di Bragg avrebbe intrapreso la strada che portava a Bardsville, scelta dovuta al fatto che lungo il percorso vi erano buone fonti di acqua, un elemento assai scarso in quella che era una delle più aride stagioni della storia del Kentucky.


MAPPA 2: da Munfordville a Louisville, da Richmond a Frankfort

L'affare di Munfordville
Appena l'armata confederata arrivò a Glasgow il 12 settembre, la brigata di fanteria del generale James R. Chalmers venne inviata a Cave City per tagliare la ferrovia. Qui il 13 vennero intercettati alcuni messaggi telegrafici provenienti dalla piccola guarnigione federale trincerata nella cittadina di Munfordville a difesa di un ponte sulla cruciale linea Nashville-Louisville. E' qua che si evolse una situazione che andò a ritardare la marcia su Louisville per via di Bardstown. Il colonnello John T. Wilder, comandante federale a Munfordville, richiedeva rinforzi e da Louisville confermavano che sarebbero stati inviati. Nello stesso giorno il colonnello John Scott e la sua cavalleria erano stati inviati da Kirby Smith a tagliare la stessa linea ferroviaria tra Louisville e Munfordville. Quando Scott giunse nella cittadina dopo averla presumibilmente isolata chiese a Wilder di arrendersi, questi ovviamente si rifiutò. Scott inviò allora un dispaccio a Chalmers chiedendogli di supportarlo in un suo attacco alla piccola ed inesperta guarnigione la mattina seguente. All'alba del 14 settembre la brigata giunse sul posto e nonostante Chalmers si rese conto che i trinceramenti nemici erano ben superiori a quanto riportato da Scott decise ugualmente di assaltare la posizione. Per quattro ore e mezza i confederati si lanciarono in ripetuti assalti venendo sempre respinti. Chalmers infine tentò ugualmente di chiedere una resa ma un reggimento di fanteria da Louisville stava per giungere di rinforzo ai federali e anche l'intera armata di Buell si stava concentrando a Bowling Green. Wilder quindi rifiutò di cedere e Chalmers dovette ripiegare dopo aver subito 35 morti e 253 feriti senza aver guadagnato nulla.
L'Armata del Mississippi e Bragg quel giorno si trovavano ancora a Glasgow per riposare e celebrare la prima vittoria strategica sull'armata di Buell. In serata però il generale ricevette notizia dell'iniziativa di Chalmers andata male. Il primo scontro della campagna era stato vinto dai federali e secondo Bragg ciò poteva essere assai dannoso per il morale del suo esercito. Pertanto ordinò all'intera armata di dirigersi a Munfordville giungendovi il 16 settembre. Immediatamente riconoscendone il potenziale difensivo Bragg decise di chiedere nuovamente la resa alla guarnigione federale. Wilder dopo un lungo tentennamento decise di accettare a patto che i confederati dimostrassero di essere realmente in superiorità rispetto alla sua guarnigione. Scortato dal maggior-generale confederato Simon Bolivar Buckner, nativo proprio di Munfordville, il colonnello Wilder fu portato ad ispezionare il corpo del generale William J. Hardee. Ciò che vide lo convinse, la mattina seguente Wilder e la sua colonna si arresero venendo inviati a Bowling Green liberi sulla parola con la speranza di demoralizzare l'Armata dell'Ohio. Il 17 settembre Bragg inviava un dispaccio a Richmond nel quale vantava la cattura di 4.000 prigionieri, 4.000 armi, 10 cannoni e grandi quantità di munizioni.
Va ora ricordato però che sebbene avesse deviato su Munfordville, al momento l'obbiettivo di Bragg rimaneva la cattura di Louisville. Nonostante il 18 settembre inviò Stoddard Johnson a Lexington per chiedere a Smith di inviare vettovaglie a Bardsville e lì raggiungerlo con le sue forze, fino al 20 Bragg rimase fermo nella cittadina concedendo fin troppo tempo ai federali per radunare forze e fortificare la città kentuckiana aspettando invece a Munfordville una mossa di Buell. E qui nasce quello che lo storico Thomas L. Connelly chiama il "mito di Munfordville". Secondo alcuni storici Bragg stava bloccando ogni possibilità per Buell di recarsi a Louisville e avrebbe dovuto rimanere schierato sulla difensiva attendendo l'attacco nemico o prendere in mano l'iniziativa e distruggere l'Armata dell'Ohio. Tale tesi è rifiutata da tutti gli storici moderni per una serie di motivi. Innanzi tutto l'armata confederata era in inferiorità numerica e con le forze di Kirby Smith lontane e tutt'altro che intenzionate a raggiungerlo. In secondo luogo l'area di Munfordville era priva di qualsiasi risorsa necessaria a mantenervi concentrato l'esercito confederato sulla difensiva. Per di più le forze federali di Buell a Bowling Green non sarebbero state obbligate a passare da Munfordville per ritirarsi ulteriormente su Louisville, ma avrebbero potuto facilmente aggirarla sulla sinistra costeggiando, se non addirittura attraversando il fiume Ohio, e minacciando seriamente di isolare Bragg da Smith definitivamente. Lo storico Kenneth W. Noe riassume bene con queste parole la situazione: "Oltretutto, senza la cooperazione di Kirby Smith, Bragg sarebbe stato in inferiorità numerica anche se attaccato, e Kirby Smith quasi certamente avrebbe lasciato Bragg al suo destino...Quando [il generale federale Morgan] infine abbandonò il passo di Cumberland la notte del 17 settembre dirigendosi nelle montagne del Kentucky orientale, Kirby Smith si mosse per affrontare questa minaccia. Offrì ben poco a Bragg oltre alle brigate di Cleburne e Preston Smith a Shelbyville, un po' di cavalleria, e il consiglio di prendere Louisville per conto suo se possibile. E cosa sarebbe successo se Buell avesse attaccato e fosse stato battuto? Quasi sicuramente si sarebbe ritirato inizialmente a Bowling Green, dove difese formidabili avrebbero preservato il suo esercito costringendo Bragg ad un assalto frontale suicida come quello di Chalmers a Munfordville o a un assedio per il quale non aveva forze in grado di mantenerlo". Anche Steven E. Woodworth si dimostra dello stesso parere sostenendo che "finora Bragg aveva condotto una brillante campagna. Aveva improvvisato bene di fronte alla non cooperazione di Smith...Ma non poteva attaccare Buell, siccome la sua armata era in inferiorità numerica rispetto a quella federale ed era fortemente trincerata. Le cose sarebbero potute andare diversamente se Smith fosse stato a portata di mano, ma Smith non era interessato. Aveva disperso le sue truppe sul territorio per raccogliere vettovaglie e quando le poche migliaia di truppe dell'Unione tagliate fuori al Cumberland Gap avevano tentato di scappare a nord aveva inviato la sua intera forza ad inseguirli per tutto il Kentucky orientale." Bragg non poteva ordinare a Smith di raggiungerlo, continua lo storico, siccome egli aveva un comando indipendente almeno fino a quando le forze non si sarebbero unite. Ai ripetuti appelli di Bragg, Smith rispose che non poteva abbandonare la sua area di Kentucky e piuttosto invitava il comandante dell'Armata del Mississippi ad eliminare al più presto le forze di Buell. Altro fattore da considerare è la timidezza di Buell che sebbene decise di abbandonare Bowling Green non si spinse molto oltre a Cave City. Sebbene sembrasse per una volta determinato a dare battaglia, quando il colonnello Wilder giunse con la sua guarnigione arresasi a Munfordville portando voci che assicuravano un'armata confederata molto numerosa Buell cambiò immediatamente spirito preferendo aspettare che anche il resto delle forze di Thomas (ancora nei pressi di Nashville) giungessero nelle vicinanze. Bragg ricevette rapporti sui movimenti federali che li indicavano in movimento verso Munfordville ma anche sulle strade che portavano oltre il suo fianco sinistro. Quando la divisione Buckner venne fatta avanzare per tentare di sondare una presenza federale di fronte a Munfordville senza ottenere risultati, con le razioni quasi ultimate e preoccupato da alcuni rapporti che davano il nemico diretto a Owensboro/Hawesville (ovvero verso il fiume Ohio), il generale Bragg decise il 19 settembre di riprendere la marcia su Bardstown per attaccare Louisville. Secondo lo storico Thomas Connelly "l'errore non fu nell'abbandonare Munfordville ma recarvisi in primo luogo. Il movimento aveva mostrato il suo scarso apprezzamento per la geografia del territorio. Aveva allontanato la sua armata dalla ottima New Haven Pike che correva verso nord a Bardstown, ritardando così il suo congiungimento con Kirby Smith". Solo il giorno seguente alcuni elementi delle forze del generale Thomas si avvicinavano all'area di Munfordville. Un confuso Buell continuò ad avanzare lentamente la sua armata verso Louisville temendo di essere attaccato presso Elizabethtown, ma non accadde nulla. Il 25 settembre le prime unità dell'Armata dell'Ohio entravano a Louisville. Cosa era accaduto a Bardstown?

Verso Perryville
Quando Braxton Bragg giunse a Bardstown il 22 settembre non avvenne nessun congiungimento con le forze di Smith. Ciò che Bragg trovò fu una lettera nella quale Smith lo informava di aver deciso di avanzare nella direzione opposta per unirsi alle forze del generale Humprey Marshall appena arrivate a Mount Sterling dalla Virginia occidentale e attaccare Morgan in fuga da Cumberland Gap. Il comandante dell'Armata del Mississippi tentò ugualmente di pianificare un attacco su Louisville ma nel giro di poche ore cambiò saggiamente idea avendo realizzato che le forze federali accumulate nella città avrebbero fermato l'assalto anche delle forze di Smith combinate alle sue. Bragg aveva perso la sua audacia, il suo ottimismo e sicuramente era provato dalla lunga campagna. Il suo esercito era altrettanto esausto e perfino l'inarrestabile Forrest (che di lì a breve avrebbe abbandonato la spedizione per recarsi in Tennessee a reclutare nuovi reggimenti da lanciare sulle retrovie nemiche) comunicò che la sua cavalleria non era in grado di tagliare la ferrovia tra Louisville e Elizabethtown. La sua armata necessitava di qualche giorno di riposo. Anche se Buell non fosse stato così vicino alla città un attacco sarebbe stato comunque oramai sconsigliabile, i principali errori di Bragg furono quelli di aver perso troppi giorni a Sparta, Glasgow e con l'intera vicenda di Munfordville. Se avesse avanzato celermente sulla città forse le truppe confederate sarebbero giunte in tempo per colpire la demoralizzata e sconvolta guarnigione di Louisville nonostante fosse ben trincerata e costantemente rinforzata. Ma per come andarono i fatti anche in questo caso ci sarebbero state buone probabilità di insuccesso visto l'atteggiamento di Kirby Smith che avrebbe lasciato in ogni caso Bragg a vedersela da solo con i suoi avversari.
Nei giorni successivi all'arrivo a Bardstown ci fu un cambiamento nello spirito di Bragg, forse agevolato dalla stanchezza e dai malori ricorrenti uno stato di depressione e pessimismo prese il sopravvento nel generale. La sua complicata strategia per la campagna non stava funzionando, la promessa cooperazione di Kirby Smith non si era mai materializzata, Van Dorn e Price in Mississippi non erano riusciti a trattenere efficacemente le forze federali di Grant ed erano già state battuti a Iuka (e brevemente lo sarebbero state anche a Corinth) e la divisione Breckinridge non era giunta in Kentucky trattenuta da invece da Van Dorn. Non solo il fallimento degli altri comandanti coinvolti impediva all'organico dell'armata di Bragg di crescere a dispetto dei federali, ma i tanto agognati e promessi volontari del Kentucky non si stavano arruolando per unirsi alle armate confederate. Lo stesso Smith confidava a Bragg che "I loro cuori sono con noi" ma "I Kentuckiani sono lenti nel radunarsi attorno ai nostri vessilli". La situazione comportava un cambiamento di strategia e Bragg fuorviato da rapporti che si rivelarono poi errati e, come spesso fece, sottovalutando il proprio avversario, si convinse di avere abbastanza tempo a disposizione per abbandonare l'iniziativa, ripristinare la sua armata con nuovi arruolamenti e riprendere le operazioni offensive.

Fonti
Official Records of the War of the Rebellion, Vol. XVI, Part 1 & 2
Thomas L. Connelly. Army of the Heartland. The Army of Tennessee 1861-1862
Kenneth W. Noe, Perryville. This Grand Havoc of Battle
Grady McWhiney, Braxton Bragg and Confederate Defeat Volume 1
Archer Jones & Herman Hattaway, How the North Won. A Military History of the Civil War
Stanley F. Horn, The Army of Tennessee
Steven E. Woodworth, Jefferson Davis and His Generals. The Failure of Confederate Command in the West
General Braxton Bragg, C. S. A., Samuel J. Martin