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•L'uso di pantaloni azzurri nell'esercito confederato
Testo di Matteo Fontana

Articolo aggiornato il 01/09/2013

Introduzione
Molto spesso i soldati confederati vengono illustrati o descritti da alcuni storici moderni con indosso dei pantaloni azzurro cielo, solitamente catturati all'esercito federale. Questa immagine viene ripresa spesso nel cinema e nel settore del reenactment è molto facile imbattersi in persone che sostengono che l'uso di pantaloni azzurri federali fosse una pratica estremamente comune per i soldati sudisti. Questa concezione si sposa col vecchio mito che la Confederazione era talmente incapace di produrre e distribuire uniformi che l'unico modo per i soldati del sud di aver un paio di pantaloni era quello di rubarli al nemico. I soldati della Confederazione indossarono realmente pantaloni azzurri? In quale misura e da dove provenivano? Questo articolo è una versione rivista e aggiornata del testo pubblicato nel luglio 2010 e reso nuovamente pubblico il 1 settembre 2013.

La produzione confederata
Nel regolamento per l'esercito confederato del 1861 viene stabilito che i pantaloni debbano essere di colore azzurro cielo e adornati da una striscia di tessuto del colore dell'arma di appartenenza collocata lungo la cucitura di entrambe le gambe. Nelle successive tre revisioni del 1862, 1863 e 1864 non viene fatta alcuna modifica al colore venendo invece eliminata a partire dal regolamento del 1862 la banda verticale del colore dell'arma. Sicuramente il regolamento non è una fonte a cui affidarsi per dimostrare l'utilizzo di pantaloni azzurri da parte dei confederati dato che molto di quanto prescritto da esso non venne rispettato. Ma è anche vero che l'Ufficio di Quartiermastro (l'organismo deputato alla produzione e alla distribuzione di uniformi per l'esercito) come anche altre entità statali, associazioni di volontari e singoli cittadini, si impegnarono per tentare di rispettare almeno alcune parti del regolamento. E proprio la produzione o l'acquisto di pantaloni azzurri fu una delle cose che il Sud tentò di fare quando possibile.
Vediamo alcuni esempi di questo sforzo. La produzione di tinte blu/azzurre era piuttosto limitata nel sud ma ciononostante abbiamo prove del loro utilizzo. Il solo stabilimento Crenshaw Woolen Mills di Richmond, Virginia, ad esempio era in grado nell'autunno del 1861 di tingere di colore indaco 900 chilogrammi di lana al giorno. Questa impresa privata fu uno dei principali fornitori di tessuto del Richmond Depot fino al 1863. La Salem Manufacturing Company in North Carolina invece, durante la guerra barattava tessuto in cambio di agenti chimici per tingere e fissare il colore blu ai tessuti. La nave Advance che violò il bloccò nel luglio del 1864 importò varie sostanze per tingere i tessuti anche di colore blu o azzurro. Vi sono poi ad ovest le varie testimonianze di soldati stazionati in Mississippi o nell'Armata del Tennessee che dichiarano di aver ricevuto o visto commilitoni con pantaloni di colore blu e azzurro, specialmente tra il 1861 e il 1863. Sembrerebbe infatti che i Depot governativi di Columbus in Georgia, Mobile e Demopolis in Alabama e Columbus in Mississippi avessero accesso a tessuti di cotone, lana e prevalentemente jeans di colore azzurro-blu. Oltretutto nel 1862 durante l'invasione del Kentucky l'armata sudista di Braxton Bragg fu accompagnata da diversi agenti che acquistarono tessuto di colore blu-azzurro simile, se non dello stesso tipo, a quello usato nella Guardia di Stato del Kentucky prima della guerra. Questo tessuto venne poi utilizzato probabilmente nel Depot di Athens. Questa è solo una rapida e marginale dimostrazione di come la Confederazione fosse in grado di produrre per conto proprio tessuti e quindi pantaloni di colore azzurro che raggiunsero i soldati al fronte.
Quando poi la produzione interna di tessuti e tinte blu-azzurre non era sufficiente la Confederazione si rivolgeva in modo particolare all'Inghilterra, dalla quale importò non solo tinture ma anche tessuti e uniformi già pronte. Forse il primo carico di rilievo ricevuto fu quello che giunse nelle mani della Confederazione negli ultimi giorni del 1861 e che consisteva in circa 72.000 metri di tessuto grigio-blu e/o blu acquistati presso la Isaac Campbell and Co. Disponiamo di numerosi documenti che attestano l'arrivo in porti di tutta la Confederazione, dall'est al Trans-Mississippi, di sostanziose quantità di questi tessuti e pantaloni di colore azzurro o grigio-blu. Sappiamo con certezza che diverse "balle" di tessuto e di pantaloni già pronti giunsero tra il 1862 e il 1865 a Mobile, San Antonio, Charleston e Wilmington. E proprio la nave Cuba ad esempio che diretta verso Mobile venne intercettata dalla flotta federale e che dovette rifugiarsi in un estuario in Florida trasportava tra varie merci anche 440 metri di tessuto blu. Il maggiore Josiah Gorgas dell'Ufficio d'Ordinanza (ma coinvolto anche nella stipulazione di contratti per l'acquisto di uniformi e tessuti) riferiva all'alba del 1863 di aver già ricevuto 8.250 pantaloni azzurri e di averne acquistati altri 13.750 paia. Alla fine del 1863 l'agente James B. Ferguson jr. mentre si trovava in Inghilterra ricevette l'autorizzazione dal Dipartimento della Guerra ad acquistare poco più di un milione di metri di tessuti di lana di cui metà di colore blu per realizzare pantaloni.


La differenza di tonalità tra i vari tessuti azzurri. Da sinistra: azzurro cielo dei pantaloni federali,
azzurro Royal Blue usato dai confederati, grigio-blu del tessuto Kersey importato dall'Inghilterra.
Purtroppo non è possibile riuscire a riprodurre in fotografia la reale tonalità dei tessuti e va tenuto
presente che si tratta di parti di indumenti originali con più di 150 anni e quindi alterati nei colori.

Questi dati e molti altri documenti ufficiali, testimonianze e foto ci permettono di stabilire che il tessuto blu e azzurro importato o fabbricato nel sud venne utilizzato per produrre pantaloni in stabilimenti governativi come il Richmond Depot o il Houston Depot, diverse fabbriche private e numerosi altri stabilimenti gestiti dal governo o con contratti governativi in praticamente ogni stato della Confederazione e di conseguenza siamo in grado di dimostrare che pantaloni di manifattura sudista vennero distribuiti un po' ovunque.
Sempre osservando i pantaloni originali preservati nei musei e nelle collezioni private siamo in grado anche di stabilire con un'attenta osservazione che il colore azzurro utilizzato dalla Confederazione per produrre i propri pantaloni era di una tonalità più scura rispetto all'azzurro cielo di quello dei pantaloni federali che noi tutti conosciamo. Questa tonalità più intensa viene indicata con il nome di Royal Blue, alla quale molto spesso si affianca anche quella grigia-blu tipica del tessuto di lana Kersey inglese. Infatti molte testimonianze dell'epoca che parlano di confederati vestiti di blu spesso si riferiscono a soldati con indosso uniformi di Kersey.
Alla luce di questi fatti è innegabile che l'esercito confederato utilizzasse pantaloni di colore azzurro cielo ma è necessario fare delle precisazioni. Diversamente dalle voci comuni che circolano e che vengono propinate in alcuni ambienti e pubblicazioni, una percentuale di soldati sudisti per tutta la durata della guerra indossò pantaloni azzurri, ma questi erano prodotti con tessuti e stili in uso nella Confederazione o importati da essa. La loro diffusione varia a seconda del fronte e dell'anno con una vera e propria escalation nel 1864 nell'Armata della Virginia Settentrionale il cui principale fornitore di uniformi, il Richmond Depot, in quel periodo utilizzava in altissima percentuale tessuto importato dall'Inghilterra. Il fenomeno non va comunque limitato solo alla Virginia perchè come già detto esistono prove di una forte importazione anche in Texas e lo stato dell'Alabama a fine guerra, di propria iniziativa, iniziò ad importare materiale. La portata del fenomeno è comunque più rilevante nei primi due anni e sopratutto negli ultimi mesi della guerra. A testimonianza di questo fatto vi è una lettera del Quartiermastro Generale della Confederazione A.R. Lawton del settembre 1864 nella quale vieta ai suoi agenti all'estero di continuare ad acquistare tessuti ed uniformi di colore grigio-blu e azzurro. Di qualsiasi tonalità o manifattura fossero, sul campo apparivano troppo simili a quelli del nemico.


Pantaloni di Alfred May del 61st North Carolina Infantry.
Un chiaro esempio di come fossero i pantaloni azzuri di manifattura confederata.

North Carolina Museum of History

L'uso di pantaloni federali
Sebbene è appena stato dimostrato che la Confederazione fosse in grado di produrre per conto proprio o importando dall'estero pantaloni di colore azzurro-cielo e blu, la questione dell'uso da parte dei sudisti di pantaloni federali non può automaticamente essere accantonata. Di fatti se in molti casi la presenza di pantaloni di questo colore sia da ricondurre agli sforzi bellici meridionali e quindi a indumenti che poco hanno a che fare con l'esercito federale vi sono delle circostanze in cui effettivamente ed essere indossati erano dei pantaloni presi al nemico. Innanzitutto vi è la questione dei depositi federali catturati al momento della secessione. Da questi sicuramente vennero ottenute alcune scorte ma le loro dimensioni non erano tali da far fronte alle necessità. Il caso forse più rilevante è quello relativo alla cattura del deposito di San Antonio, in Texas, nel febbraio del 1861 e dal quale si ottennero dei pantaloni azzurro-cielo del modello federale che vennero distribuiti ad alcuni reggimenti texani. Inutile dire che buona parte degli indumenti ottenuti in questo modo non superò di molto nei migliori dei casi i primi scontri della guerra.
Altra fonte dalla quale i confederati attinsero i pantaloni azzurri dei federali erano i prigionieri e i cadaveri sui campi di battaglia. Sebbene il fenomeno sia decisamente sopravvalutato da alcuni, è un dato di fatto che ciò avvenne. Vi sono numerose testimonianze di entrambi gli schieramenti che parlano di morti completamente denudati di ogni oggetto ed indumento, come anche di "scambi" forzati o puri e semplici furti ai prigionieri nordisti. Da questa pratica non si potevano però ottenere grandi numeri di pantaloni e nemmeno con molta facilità quando si tratta di spogliare un cadavere. Innanzitutto i soldati sudisti per derubare un cadavere avrebbero dovuto abbandonare i propri ranghi durante lo scontro oppure vagare sul campo dopo la battaglia. Questo limita il numero di uomini in grado di svolgere una simile attività, inoltre ciò sarebbe stato possibile solo qualvolta l'armata confederata fosse rimasta in possesso del campo o comunque sul posto dopo lo scontro. Altro elemento da tenere in considerazione sono le condizioni in cui si trovavano i pantaloni di un soldato federale morto. Come per i soldati della Confederazione anche gli indumenti dell'Unione si logoravano in campagna, oltretutto dopo lo shock o l'agonia di una morte lenta spesso l'organismo rilasciava sostanze che rendevano tutt'altro che invitante il furto di un paio di pantaloni. Sicuramente era più semplice appropriarsi di scarpe, cappelli o equipaggiamenti e la stessa Confederazione emanò più volte ordini affinché venissero raccolte armi ed equipaggiamenti nemici dal campo di battaglia. Abbiamo però numerosi testimoni che affermano di aver trovato cadaveri spogliati, ma i casi più eclatanti sono riconducibili alle battaglie di Fredericksburg e Stones River.
Il grosso dei pantaloni azzurro cielo federali utilizzati dai soldati sudisti proveniva piuttosto dalla cattura in campagna di scorte nemiche. Anche di queste vicende esistono numerose testimonianze che rivelano come ad esempio i soldati del corpo del generale "Stonewall" Jackson catturarono e utilizzarono numerosi pantaloni federali durante la campagna di Second Manassas del 1862. Sempre gli uomini di Jackson si appropriarono delle uniformi accumulate presso Harpers Ferry con la divisione di A.P. Hill che si presentò sul campo di battaglia di Antietam con un'alta percentuale di indumenti nordisti. Anche ad ovest quasi contemporaneamente gli uomini di Kirby Smith si impossessarono di scorte federali in Kentucky Orientale e la brigata del generale Cleburne durante la battaglia di Perryville venne di conseguenza scambiata per un'unità nordista.
Proprio queste circostanze particolari tra il 1862 e il 1863 causarono l'introduzione di ordini speciali da parte dell’esercito dell’Unione per scoraggiare i soldati del sud ad utilizzare indumenti federali. Emanati dapprima dal generale Ulysses S. Grant il 26 gennaio 1863, poi da William S. Rosecrans il 20 febbraio 1863 e infine nell’aprile dello stesso anno dal governo federale con l’Ordine Generale N° 100, questi ordini consideravano spie i soldati confederati catturati con indosso anche solo parte di un'uniforme federale e pertanto soggetti a essere giustiziati. I confederati da parte loro emanarono degli ordini con i quali si obbligavano gli uomini che eventualmente possedevano indumenti federali a tingerli di colori completamente diversi e a scoraggiarne l'uso in generale.


A sinistra: pantaloni del tenente John Selden degli Richmond Howitzers (manifattura confederata)
A destra: pantaloni di un soldato del 14th New Hampshire Infantry (manifattura federale)
Impossibile non notare la differenza nei colori e nella manifattura.
Civil War Stock - Military and Historical Image Bank

Conclusioni
I soldati confederati indossavano pantaloni azzurri. In precisi periodi e fronti della guerra siamo in grado di dimostrare la presenza, o ragionevolmente ipotizzarla, di particolari percentuali di sudisti con indosso pantaloni azzurri o blu. Nella maggior parte dei casi si trattava di indumenti prodotti dalla Confederazione e quindi diversi nel colore e nella forma da quelli federali. In altri casi specifici è possibile riscontrare l'utilizzo di materiale federale. Non bisogna però dimenticare che il grosso della produzione tessile del sud, nonché di parte dell'importazione, si presentava prevalentemente con varie tonalità di grigio e alcune di marrone. Sostenere che i confederati usassero larghe quantità di uniformi federali o che la maggior parte dei sudisti con pantaloni azzurri li avesse rubati al nemico è una generalizzazione del tutto errata.

Fonti
Thomas M. Arliskas - Cadet Gray and Butternut Brow. Notes on confederate uniforms
Frederick R. Adolphus - Imported Confederate Uniforms of Peter Tait & Co., Limerick, Ireland
Harold S. Wilson - Confederate Industry. Manufacturers and Quartermasters in the Civil War
Frank E. Vandiver - Ploughshares into Swords Josiah Gorgas and Confederate Ordnance
Henry Woodhead - Echoes of Glory Arms and Equipment of the Confederacy
Earl J. Coates, Michael J. McAfee, Don Troiani - Regiments and Uniforms of the civil war