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L'evacuazione di Atlanta
Testo dell'utente del forum "forrest"

Pubblicato il 05/03/2010

Il 1° Settembre, ad Atlanta, per usare le parole di uno dei suoi abitanti, "é stato un giorno di terrore." Dapprima, non si sa come, si era diffusa la voce che Hardee, il pomeriggio precedente, a Jonesboro, avesse vinto. Poi alcuni disertori provenienti da laggiù erano entrati furtivamente in Atlanta per nascondersi presso amici o parenti, ed avevano raccontato l'amara verità. Infine, gli ansiosi cittadini di Atlanta avevano osservato i soldati di Hood correre da una parte all'altra della città, freneticamente, come api impazzite. Quando i magazzini della Sussistenza dell'Armata del Tennessee erano stati spalancati, ed era stato permesso a chiunque, soldato o civile, di portar via quanti più viveri possibile, era diventato chiaro che l'Armata si apprestava ad andarsene. Scrive Albert Castel: "Verso mezzogiorno, la gente si rende conto che Hood sta per evacuare la città; sùbito, a frotte, molti affollano le strade; qualcuno cerca un mezzo per fuggire, altri semplicemente vagano incrèduli, disorientati. Ma i più rimangono nelle proprie case, e aspettano l'arrivo degli Yankees, sperando in bene." Verso sera i miliziani del Gen. Smith, seguiti dalle div. Walthall e Featherston, si incolonnano, sfilano per le vie di Atlanta, ed escono dalla città imboccando la McDonough Road; i miliziani diretti ad est, verso Covington, i regolari a Sud, verso Lovejoy's Station. Con loro cavalca il gen. Hood. La partenza delle truppe scatena il càos; saccheggi, incendi, sparatorie. Prima di andarsene, i confederati hanno fatto esplodere cinque locomotive e 81 vagoni-merce, 28 dei quali pieni di polvere da sparo, granate, 3 milioni di cartucce, e 5,000 fucili. Alle ore 23 anche la Div. del gen. French, che deve fungere da retroguardia, lascia la città. French criticherà la decisione di far esplodere le munizioni; sarebbe stato meno grave, secondo questo ufficiale, lasciare che esse cadessero in mano nordista, piuttosto che far capire al nemico, fin dal tardo pomeriggio, con quello spettacolo pirotecnico, che Atlanta stava per essere evacuata. Col pericolo che il 20° Corpo di Slocum si lanciasse immediatamente all'inseguimento, e che Sherman, da Jonesboro, tagliasse la ritirata verso Lovejoy's. Ma non si verificherà nessuno di questi due casi; un paio di km a nord di Jonesboro, Sherman ode le tremende deflagrazioni che provengono dalla direzione di Atlanta; se si rendesse conto della loro origine, capirebbe che Atlanta é stata evacuata, e non avrebbe, per tagliare la ritirata a Hood, che da spostare un paio di Corpi poche miglia ad est bloccando la McDonough Road. Viceversa, il Comandante nordista si rende protagonista d'un episodio che ha dell'incredibile, e che andrebbe liquidato come una leggenda, se a raccontarlo non sarà, anni dopo, lo stesso Sherman, nelle sue Memorie. Incerto se i rumori che provengono da Atlanta siano provocati dall'esplosione delle munizioni, o se invece ad Atlanta sia in corso una battaglia, anziché chiedere il parere dei suoi ufficiali, si reca presso una fattoria della zona, tira giù dal letto un contadino, e gli chiede la sua opinione. Lo sbalordito agricoltore, che in vita sua, probabilmente, non aveva mai udito esplodere un treno di munizioni, risponde che secondo lui si tratta dei rumori di una battaglia. Confortato dalla consulenza di questo illustre stratega, che ha confermato la sua errata impressione, Sherman torna soddisfatto verso il suo Q.G. La McDonough Road resterà libera, e Hood potrà ritirarsi assolutamente indisturbato verso Lovejoy's Station, dove potrà ricongiungersi con Hardee.
Il 20° Corpo del Gen. Slocum, nella notte dell'evacuazione di Atlanta, ha ricevuto dal Gen. Thomas l'ordine di avanzare cautamente sulla città, "senza scoprire la testa di ponte sul Chattahoochee." Slocum ha pertanto ordinato ai comandanti delle sue tre Divisioni di distaccare ciascuno una colonna e di mandarla in avanscoperta, per accertarsi se Atlanta sia stata davvero abbandonata. Una di queste tre colonne, comandata dal Colonnello John Coburn, e forte di 900 uomini, avanza dunque lungo la Marietta Road; a precederla, una pattuglia di una trentina di cavalleggeri, agli ordini del Capitano Henry Scott. Dopo aver oltrepassato le fortificazioni a nord della città, senza incontrare anima viva, all'alba la pattuglia raggiunge le prime case di Atlanta, e scorge un gruppo di civili a cavallo, uno dei quali brandisce una bandiera bianca. Il Capitano Scott gli si avvicina e gli chiede chi sia e cosa voglia; il civile risponde: "Sono James Calhoun, il Sindaco di Atlanta. Desidero vedere il Gen. Sherman per offrirgli la resa della città." In tal modo Calhoun spera di risparmiare altre violenze a una città già sconvolta e diroccata. Scott risponde che Sherman si trova a Jonesboro, e che il comandante delle truppe che occuperanno Atlanta é il Generale Henry Slocum. Poi, astutamente, invita il Sindaco ad indirizzare un messaggio al proprio Comandante di Divisione, offrendogli la resa ufficiale della città. "Scott sa perfettamente -scrive Albert Castel- che il primo dovere di ogni ufficiale é quello di assicurare tutto il merito possibile al proprio superiore." Calhoun tira fuori dalla giacca un'agenda, ne strappa un foglio, e vi scrive: "Al Generale Ward, Comandante della Terza Divisione, 20° Corpo, Armata del Cumberland- Sir: Le Sorti della guerra hanno consegnato Atlanta nelle vostre mani. Come Sindaco vi chiedo protezione per i non combattenti e per la proprietà privata. -James M. Calhoun, Sindaco di Atlanta." Scott controfirma il messaggio per attestarne la validità, lo invia al suo Generale, poi s'inoltra nella città. Ma la prima colonna a raggiungere la City Hall (il Municipio) é quella distaccata dalla Div. del Generale Geary, un reduce di Gettysburg. Sul tetto dell'edificio vengono issàte le bandiere del 111° Pennsylvania e del 60° New York. Il Generale Slocum fa il suo ingresso in città nel primo pomeriggio, e stabilisce il Q.G. presso un edificio chiamato Trout House. Per prima cosa, invia un telegramma a Washington, presso il Ministero della Guerra, la cui prima frase recita: "Il Generale Sherman ha preso Atlanta." Contemporaneamente, 1 km a nord di Lovejoy's Station, si sta combattendo l'ultima battaglia della Campagna militare più importante della Storia americana.
All'alba del 2 settembre, mentre i soldati di Slocum entravano in Atlanta, a Jonesboro Sherman aveva scoperto che Hardee gli era sfuggito sotto il naso, e furibondo si era lanciato al suo inseguimento con cinque Corpi, lasciando sul posto il 14°, schierato fronte a nord, a protezione di un eventuale attacco nemico dalla direzione di Atlanta. Alle ore 14 i nordisti giungono in vista delle fortificazioni allestite da Hardee, 1 km a nord di Lovejoy's Station, lungo una cresta boscosa chiamata Cedar Bluffs. Esse corrono da est a ovest, a cavallo dei binari della ferrovia per Macon. La situazione di Hardee non é certo migliore di quella del giorno prima a Jonesboro, anzi. Nonostante il terreno si presti alla difesa, gli sono rimasti al massimo 10.000 uomini, più probabilmente poco più di 8.000. Di fronte alle sue tre decimate ed esauste divisioni, si trovano dodici divisioni nemiche, e a differenza del giorno prima sono tutte presenti, allineate, e Sherman é in condizione di avere un controllo diretto su tutte loro. Dopo aver scrutato le posizioni sudiste con un cannocchiale, alle 14.30 Sherman ordina l'attacco; ad ovest dei binari dovranno attaccare i tre Corpi di Howard, ad ovest il 4° di Stanley. Alle 15.30 l'attacco ha inizio; le truppe di Howard travolgono i picchetti sudisti e si accingono ad investire la linea principale quando, inaspettatamente, Sherman revoca l'attacco. Dopo aver esaminato più attentamente le fortificazioni nemiche, Sherman ha infatti cambiato idea, ritenendo più opportuno restare, almeno per il momento, sulla difensiva. Ad est dei binari, nessuno si preoccupa di avvisare Stanley che l'attacco è stato revocato, e il 4° Corpo avanza da solo, in modo in verità poco convinto; dopo aver perso un pugno di uomini, Stanley decide anch'egli di sospendere l'attacco, e chiede al generale Hascall, comandante di una div. del 23° Corpo, di sostenerlo attaccando alla sua sinistra. Hascall rifiuta, e risponde che Stanley ha truppe in abbondanza per espugnare le linee nemiche da solo. Insomma, i soliti pasticci. La battaglia di Cedar Bluffs, sempre che di battaglia si possa parlare, finisce così. Per la seconda volta in 24 ore Sherman ha sprecato una grande occasione per distruggere il corpo di Hardee. Alle ore 20 ordina ai Comandanti delle sue tre Armate di non lanciare altri attacchi, almeno finché non si avranno notizie sicure riguardo quanto é accaduto ad Atlanta. Nonostante il Gen. Garrard lo abbia informato che la città si è arresa, Sherman non si fida di lui e attende notizie più attendibili dal Gen. Slocum. Ecco il contenuto del messaggio inviato da Sherman a Thomas: "Finchè non sapremo da Atlanta l'esatta verità, non desidero che lanciate i vostri uomini contro le fortificazioni nemiche. Appena saprò con certezza che le nostre truppe hanno occupato Atlanta, deciderò il da farsi." Infine, mentre cala la notte, a Sherman viene in mente che potrebbe essere opportuno "tastare il terreno" in direzione della McDonough Road, per accertarsi se truppe nemiche siano in marcia lungo questa strada. Questa decisione, che avrebbe potuto essere presa già due giorni prima, pur tardiva, potrebbe ancora tagliare la ritirata di Hood ,visto che i suoi due Corpi raggiungeranno Lovejoy's solo il pomeriggio del giorno dopo, 3 Settembre. Le conseguenze, per Hood, sarebbero disastrose. Il compito viene assegnato al Gen. Schofield, ma questi non lo esegue, limitandosi ad inviare alcune pattuglie in avanscoperta. I motivi di questo suo comportamento non verranno mai spiegati; forse Schofield credette alle parole di alcuni prigionieri, secondo i quali (evidentemente mentivano) Hood aveva già raggiunto Lovejoy's nella giornata del 2 Settembre. O forse l'espressione usata da Sherman ("feel for","tastare il terreno") diede l'impressione a Schofield che non dovesse bloccare in forze la Mc Donough Road, ma solo monitorarla. Bisogna comunque concludere che le pattuglie di Schofield svolsero male anche questa missione, mancando di risalire la Mc Donough Road per una distanza sufficiente a scoprire la colonna di Hood, in marcia verso Lovejoy's; così, il giorno dopo questa colonna potrà ricongiungersi al corpo di Hardee, dopo aver coperto più di 30 km senza il minimo disturbo da parte del nemico. Per riassumere quanto avvenne presso Lovejoy's Station, il 2 ed il 3 Settembre, cedo la parola ad Albert Castel: "Sherman, trovatosi di fronte al traballante e scalcinato muro della resistenza confederata in Georgia, si limitò a dargli un buffetto, e ritrasse subito la mano."
All'alba del 3 Settembre Sherman riceve la notizia definitiva della capitolazione di Atlanta; a portargliela, al termine d'un viaggio fantozziano, é un corriere inviato dal gen. Slocum il giorno prima. Partito in treno, a Rough & Ready ha dovuto scendere, visto che i binari, a sud di questa località, erano stati strappati per ordine di Sherman, come ricorderete. Non trovando un cavallo, ha dovuto proseguire a piedi, come Filippide dopo la battaglia di Maratona, finchè non ha incontrato alcuni cavalleggeri del Gen. Garrard, che lo hanno portato fino al Q.G. di Sherman. A questo punto il comandante nordista avrebbe ancora la possibilità di travolgere Hardee mentre é isolato; il Corpo del Gen. Stewart, infatti, raggiungerà Lovejoy's solo nel pomeriggio, ed il Corpo di S.D. Lee arriverà solo al calar del buio. Viceversa, Sherman decide di mettere fine alla Campagna. Probabilmente anche lui, come Schofield, pensa che Hood abbia già raggiunto Hardee, e che a fronteggiarlo sulle alture di Cedar Bluffs si trovi ormai l'Armata del Tennessee al completo. Scriverà un soldato confederato sul suo diario: "Mi chiedo cosa faccia esitare il nemico; se solo avanzasse, farebbe di noi un sol boccone." Scrive Albert Castel: "Sherman crede che Hood abbia ormai riunito la sua Armata, o lo farà presto, e che l'unico modo per sloggiarlo da Cedar Bluffs sarebbe un' altra manovra aggirante. Ma ciò non farebbe che indurre il nemico a ritirarsi verso un'altra forte posizione difensiva. Inoltre, prima di Macon, che si trova 100 miglia (160 Km) più a Sud, non c'é alcun obiettivo di grande valore strategico; inoltrandosi ancor più profondamente in Georgia, Sherman dovrebbe rifornire le sue truppe con i calessi a partire da Rough & Ready, poichè, strappando senza necessità i binari tra questa località e Lovejoy's Station, ha isolato sé stesso dalla propria base logistica. Meglio ritirarsi verso Atlanta, riorganizzarsi e recuperare le forze per la prossima fase della guerra." Per altri due giorni Sherman resterà di fronte a Cedar Bluffs, limitandosi però ad ingaggiare un duello d'artiglieria con le forze nemiche; poi, il 6 Settembre, romperà il contatto, e si ritirerà verso Jonesboro.

Sherman ad Atlanta
Il 7 Settembre Sherman entra ad Atlanta, proveniente da Jonesboro. Come prima cosa convoca il Sindaco Calhoun, e gli comunica la decisione di espellere dalla città tutti i suoi abitanti. Costoro potranno scegliere se trasferirsi a Nord, o raggiungere le linee confederate; coloro che sceglieranno la seconda opzione verranno trasportati su treni o carri fino a Rough & Ready, e poi dovranno arrangiarsi. Sherman consegna quindi una lettera a Calhoun, da trasmettere al Gen. Hood, proponendo una tregua di 10 giorni per portare a termine queste operazioni. Il giorno dopo Hood accetta la tregua con queste parole: "Credo di non avere alternative al riguardo". Ma prosegue scrivendo che l'espulsione dei civili da Atlanta "supera, per la sua studiata e ingegnosa crudeltà, qualsiasi atto portato alla mia attenzione nella buia storia di questa guerra." Il Sindaco e tre consiglieri comunali inviano a Sherman una supplica affinché révochi o almeno modifichi l'ordine, le cui conseguenze sarebbero "spaventose e strazianti." "Otterreste gli stessi risultati -risponde beffardo Sherman- facendo appello contro lo scoppiare di un temporale." Dal 12 al 21 Settembre circa 1.700 persone partono dunque alla volta di Rough & Ready; ad attenderli in questa località, Hood ha inviato i carri della sua Armata, che li trasportano fino alla stazione di Lovejoy's. Di qui, in treno, gli sventurati proseguono la loro odissea verso una serie di campi profughi allestiti in tutta fretta nella Georgia meridionale. Più o meno lo stesso numero di civili ha scelto di trasferirsi verso nord, mentre a 50 famiglie é stato permesso di restare ad Atlanta (probabilmente per soddisfare le esigenze dell'Armata nordista). Per commentare questi fatti, cedo la parola ad Albert Castel: "Ad eccezione della deportazione degli abitanti di tre Contee del Missouri dopo il massacro di Lawrence, si tratta della più dura misura presa dalle autorità Federali contro i civili sudisti durante l'intera guerra. Lincoln e Grant silenziosamente l'approvano, e Halleck elògia Sherman dichiarando: -il vostro modo di fare la guerra é proprio quello che desideriamo (notare l'uso del plurale n.d.r.). Abbiamo usato fin troppo a lungo la politica del guanto di velluto. -Il terrorismo contro il popolo del Sud, che era iniziato come un'azione spontanea di alcuni indisciplinati soldati nordisti, diventa quindi una deliberata politica dei loro Generali e del loro Governo. Sherman, a causa delle circostanze e del suo talento per le frasi roboanti, ne é solo il protagonista più vistoso." Due mesi più tardi, prima di iniziare la sua marcia verso la costa atlantica, Sherman brucerà la città. Nell'infausto Settembre 1864 alla capitolazione di Atlanta seguono le disfatte confederate nella Valle dello Shenandoah, a Winchester e a Fisher Hill, e le successive terribili devastazioni operate dal Generale Sheridan. Mary Chesnut, a Richmond, scriverà in quei giorni sul suo diario: "Le notizie delle nostre sconfitte nella Valle dello Shenandoah sono come colpi che s'accaniscono contro un cadavere; dopo Atlanta ho sentito come se tutto fosse morto dentro di me, per sempre."