•Le bandiere da battaglia dell'Unione Introduzione La regolamentazione delle bandiere nell'esercito
I migliori sottufficiali di un reggimento venivano quindi selezionati per portare e proteggere i colori dell'unità. La loro posizione era al centro della linea e se il battaglione schierava meno di cinque unità nessun colore doveva essere portato in campagna. Questa disposizione riconosciuta da tutti i manuali utilizzati nell'esercito federale non era sempre seguita. In campagna potevano essere solo sei i componenti della scorta, molto dipendeva dalle circostanze in cui l'unità si trovava ad operare. In principio si è detto poi che fanteria e artiglieria portavano due colori, anche questa norma nella pratica non venne sempre seguita scegliendo piuttosto di portarne solo uno in campagna. In cavalleria l'unico stendardo era invece protetto da due plotoni composti da soldati, caporali e sergenti. Lo stendardo era portato da un sergente, ma nella pratica il portabandiera era spesso scortato solo da un caporale [3].
Gli onori potevano essere dipinti direttamente sulla bandiera, ricamati oppure delle strisce di tessuto con sopra il nome della battaglia venivano cuciti sul colore.
Le bandiere da battaglia erano quindi una cosa molto seria. Rappresentavano non solo l'unità che le portava ma la nazione americana stessa. Per questo motivo i colori erano particolarmente protetti e contesi sul campo di battaglia. Oltre a ricoprire una funzione psicologica e morale, le bandiere da battaglia avevano l'importantissimo compito di rendere chiaro a quale schieramento le truppe appartenessero e permettere ai comandanti di sapere dove e quali unità erano schierate sul campo di battaglia. Quando l'unità doveva correggere l'allineamento, spesso lo faceva sulla posizione della bandiera, quando l'ordine doveva essere ripristinato in seguito alla rottura dei ranghi era la bandiera a fornire il punto di riferimento. Quando le posizioni nemiche venivano assaltate la bandiera indicava il punto e la direzione in cui i soldati dovevano caricare. Non c'è da sorprendersi quindi che le bandiere e le rispettive scorte fossero sul campo di battaglia un bersaglio di primaria importanza e che molti di questi vessilli vennero letteralmente distrutti dalla pioggia di proiettili che li investivano. Le bandiere da battaglia della fanteria federale
Praticamente quindi i due colori di fanteria erano delle stesse misure e leggermente più larghi che alti. Il colore nazionale consisteva appunto in una bandiera nazionale degli Stati Uniti con tredici strisce orizzontali di uguale larghezza, alternate tra rosso e bianco (la prima striscia era rossa). Sulla settima striscia che era di colore rosso era riportata la designazione del reggimento in colore argento. Il cantone della bandiera nazionale era blu con tante stelle bianche quanti gli stati, era lungo un terzo della bandiera e si estendeva verso il basso fino alla settima striscia. Nella pratica erano già una decina di anni che la designazione del reggimento e soprattutto le stelle venivano spesso dipinte in oro invece che ricamate in argento. Il numero di stelle ammontava a trentaquattro nel gennaio del 1861, ma nel luglio del 1863 lo stato della Virginia Occidentale venne ammesso nell'Unione portandole a trentacinque. Non sempre il numero di stelle era corretto e soprattutto la loro disposizione tendeva a variare a seconda di chi le produceva. I colori nazionali difatti avevano diverse origini, potevano essere realizzate dalle mogli dei soldati, donate dalla città di origine che le aveva commissionate ad un artigiano, fornite dallo stato di origine se il reggimento era di volontari o dal governo federale. Oltretutto persino le stesse bandiere prodotte dal Dipartimento di Quartiermastro variavano fra di loro poiché ogni singolo ufficio sul territorio si affidava a separati contratti privati per realizzarle. Pertanto ad esempio i tre principali depositi federali fornivano alle unità che ne avevano bisogno tre variazioni del colore nazionale: a Philadelphia il cantone era rettangolare e verticale, con le stelle dorate disposte su due ovali concentrici più una stella centrale e una ad ogni angolo; a Cincinnati il cantone era rettangolare e verticale, con le stelle dorate disposte in sei file da cinque e la settima da quattro fino al 1863 quando venne aggiunta la stella per il West Virginia; a New York il cantone era quadrato e le stelle dorate disposte in cinque file da sette tranne quella centrale che era da sei fino al 1863, quando fu portata a sette. Poco fa si è detto che in campagna si preferiva solitamente portare solo uno dei due colori. Prevalentemente si trattava del colore nazionale, era quindi questa bandiera quella su cui erano cuciti o dipinti nel corso del tempo i vari onori di battaglia. Il colore reggimentale era invece una bandiera blu su cui venivano solitamente dipinte le armi degli Stati Uniti che consistevano in un'aquila americana ad ali spiegate sul cui petto vi era uno scudo con i colori nazionali. L'aquila teneva nel becco un cartiglio su cui appariva il motto "E Pluribus Unum", nella zampa destra delle frecce e in quella sinistra un ramo di ulivo. Sopra all'aquila, disposte ad arco, apparivano le stelle degli Stati Uniti, sotto invece un cartiglio rosso decorato in oro su cui appariva numero e nome del reggimento. Ad un certo punto il disegno delle bandiere venne per qualche motivo leggermente modificato, ridimensionando e riposizionando l'aquila, apportando alcune modifiche alla disposizione delle stelle e al cartiglio. Come accadeva per i colori nazionali, anche quelli reggimentali erano forniti alle unità da diverse fonti e gli stessi depositi citati prima procuravano delle bandiere leggermente differenti tra di loro. Osservando gli originali preservati nelle varie collezioni notiamo poi che sono molti i colori reggimentali su cui venivano applicati, seguendo diversi schemi, gli onori di battaglia [8]. Poichè non tutti i reggimenti ricevevano bandiere dal governo federale, che si curava di controllare che tramite i suoi vari contratti venissero realizzate bandiere che rispettavano le norme (eccezion fatta per le piccole variazioni appena esaminate), un buon numero di colori nazionali e reggimentali subirono modifiche più pesanti da parte di coloro che le realizzarono. Innanzitutto tra le numerose bandiere conservate negli archivi e nei musei spiccano i colori nazionali e reggimentali realizzati per conto degli stati dell'Unione e forniti ai rispettivi reggimenti. Spesso su questi colori venivano riportati i disegni utilizzati sui sigilli di stato o previsti per la milizia di stato. Anche privati cittadini o altri enti che donavano bandiere alle unità seguivano questa pratica. Ci sono prove che dimostrano l'uso di simboli statali, solitamente nel cantone del colore nazionale e al posto delle armi degli Stati Uniti sul colore reggimentale, in unità appartenenti a Connecticut, Delaware, Indiana, Kentucky, Maine, Maryland, Massachusetts, Michigan, New Hampshire, New Jersey, New York, Ohio, Pennsylvania, Vermont e Wisconsin. In stati come New York, Pennsylvania o Massachusetts la scelta di usare la bandiera della milizia di stato o basata sui simboli dello stato era molto più sentita. Sopratutto tra i colori reggimentali di New York e Massachusetts era poi possibile trovare bandiere con campo bianco o di altri colori. In altri stati come Illinois, Iowa, Minnesota, Rhode Island e West Virginia la pratica di usare simboli locali era molto meno diffusa e il grosso delle bandiere era realizzata seguendo le norme o disegni più fantasiosi.
Le bandiere da battaglia della cavalleria federale
Ciò significava che ogni reggimento di cavalleria aveva una sola bandiera, tecnicamente uno stendardo quasi quadrato di piccole dimensioni, identico nel disegno al colore reggimentale portato dalle unità di fanteria. Nella realizzazione di questi stendardi si effettuavano le stesse variazioni che si riscontrano tra i colori reggimentali della fanteria. Pertanto possiamo anche in questo caso dividere gli stendardi in tre categorie: quelli realizzati secondo il regolamento o lievi modifiche, quelli realizzati dagli stati o ispirandosi ad essi che impiegano i simboli statali, quelli donati da privati o associazioni che seguono disegni e misure totalmente differenti dal regolamento. Osservando gli stendardi originali sopravvissuti sino ad oggi notiamo che alcuni reggimenti adottarono stendardi ispirati alla bandiera nazionale o due stendardi come la fanteria, uno nazionale e uno reggimentale. Nel reggimento era poi previsto che ogni singola compagnia fosse identificabile attraverso l'uso di guidoni:
Il piccolo guidone rosso e bianco riportava quindi solo le iniziali "U.S." e la lettera di compagnia. In realtà sappiamo che nella pratica alcuni di questi guidoni vennero realizzati aggiungendo altre scritte, come il nome e il numero del reggimento, aggiungendo decorazioni e simboli, oppure senza inserire nulla. Il 18 gennaio 1862 con l'Ordine Generale No. 4 le armate vennero messe a conoscenza di un'importante modifica al guidone apportata dal segretario alla guerra:
I vecchi guidoni di compagnia rossi e bianchi venivano quindi rimpiazzati da nuovi delle stesse misure e con la stessa forma ma che riportavano il disegno della bandiera nazionale. Mentre qualcuno continuò ad usare quelli vecchi, il grosso della cavalleria federale adottò i nuovi guidoni e come al solito con numerose modifiche. Su alcuni di questi venivano applicati in vari punti la lettera di compagnia, numero e nome del reggimento, onori di battaglia, emblemi di stato e simboli patriottici. Al fianco di questi due modelli ufficiali di guidone, nel corso della guerra alcune compagnie ne utilizzarono alcuni totalmente personalizzati e non conformi alle regole, a volte anche di forma rettangolare. Le bandiere da battaglia dell'artiglieria federale
I due colori d'artiglieria i distinguevano da quelli di fanteria solo per la designazione reggimentale sul colore nazionale che doveva essere oro (anche se la fanteria nella pratica usava lo stesso colore) e per il colore reggimentale che era giallo con due cannoni incrociati al posto dell'aquila. All'atto pratico queste regole non vennero seguite dal grosso dell'artiglieria federale, nemmeno da quella regolare poiché buona parte delle unità di quest'arma erano batterie indipendenti e i reggimenti regolari o di volontari vedevano le loro compagnie disperse in più corpi e armate. Furono probabilmente i reggimenti di artiglieria pesante quelli che utilizzarono più ampiamente i due colori regolamentari, soprattutto quando venivano impiegati come fanteria. Ciononostante alcuni reggimenti di artiglieria da campo si dotarono ugualmente di questi due colori, spesso realizzati seguendo le modifiche già viste nelle altre armi. Per esempio lo stato della Pennsylvania che si curò sempre di fornire bandiere alle proprie unità consegnò ad alcuni reggimenti di artiglieria colori con il campo blu e con il sigillo di stato, uguali a quelli della fanteria e agli stendardi di cavalleria. Le singole compagnie quando servivano isolate dal resto dell'unità o le batterie indipendenti, solitamente utilizzavano i guidoni descritti nel paragrafo per la cavalleria. Proprio come accadde per l'altra arma, fino al 1862 erano rossi e bianchi ma da quell'anno in poi furono basati sulla bandiera degli Stati Uniti. Come in cavalleria potevano avere diversi aspetti, solitamente era riportato il nome della batteria, altre volte era raffigurato il sigillo dello stato o i due cannoni incrociati, distintivo dell'arma di artiglieria. In alcuni casi venivano anche dipinti gli onori di battaglia. Altre batterie e reggimenti decisero invece di utilizzare delle apposite bandiere da battaglia non regolamentari, spesso rettangolari o quadrate e di dimensioni a metà tra quelle della fanteria e quelle della cavalleria. I disegni che apparivano su queste bandiere erano tra i più vari, un elemento che appariva frequentemente erano i due cannoni incrociati. Su queste bandiere molto spesso venivano dipinti anche gli onori di battaglia. Note |
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