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•Italiani nell'esercito confederato
Testo di Claudio Auditore

Pubblicato il 16/11/2009

Premessa
Il connubio fra Italia e Stati Uniti cominciò con le origini stesse del nuovo continente, quando Cristoforo Colombo approdò nelle Americhe. Tra il 1492 ed il 1860 solo piccoli gruppi di italiani arrivarono in America. Al censimento del 1860 solo 6-7000 italiani erano presenti nel suolo americano. La prima grande immigrazione avvenne nella decade 1871-1880 quando arrivarono in 56.000. Quando in Italia scoppiò una epidemia di colera, arrivò la seconda ondata erano gli anni 1884-87. Migliaia di altri seguirono negli anni a venire. Ma torniamo indietro, allo scoppio della guerra, il 14 aprile 1861 circa 11.000 italiani erano presenti sul suolo americano. Alcuni erano scappati dalla povertà, altri dall’oppressione e poi c’erano gli ex soldati e i civili scappati dalle guerre del periodo. Quasi tutti i porti accolsero gli italiani che rimasero confinati nelle città costiere. La destinazione principale era il porto di New York, ma anche il porto di New Orleans (non a caso le unità del Nord e del Sud provenivano dagli stati della Louisiana e di New York). Gli italiani abbracciarono la causa settentrionale e meridionale e nonostante il numero ridotto, a quel tempo tedeschi e irlandesi erano gli stranieri presenti in maggior numero negli Stati Uniti, sembra che percentualmente furono gli italiani quelli presenti in maggior numero negli eserciti di qualunque altra etnia (affermazione non attendibile).
Gli italiani nell’esercito dell’Unione furono in numero maggiore di quelli arruolati nelle fila del Sud, ma circa un migliaio di essi combatté per la Confederazione. Si arruolarono sia singolarmente sia in unità tutte italiane. Nelle unità regolari pare che solo una compagnia dell'Alabama fosse tutta italiana, mentre in altre, compagnie, principalmente della Louisiana, vi era un alto numero di uomini, ma non si riuscì mai ad avere compagnie composte solo da italiani. Singolarmente erano presenti in molti battaglioni della Louisiana considerando che quando si sbandarono i battaglioni della milizia, molti si riarrularono nelle unità regolari; qualche italiano era presente comunque in reggimenti di tutti gli stati del sud. Anche nella grigia marina erano presenti i nostri compatrioti, arrivati dal mare, continuarono a navigare. Nella milizia invece si riuscirono a formare almeno due unità, ricordo che a New Orleans era presente una forte presenza italiana e questi si arruolarono nelle truppe statali.

Durante la guerra civile americana gli italiani formarono sette compagnie:
-1a Compagnia dell' Italian Guards Battalion - Milizia della Louisiana
-2a Compagnia dell' Italian Guards Battalion - Milizia della Louisiana
-3a Compagnia dell' Italian Guards Battalion - Milizia della Louisiana
-4a Compagnia dell' Italian Guards Battalion - Milizia della Louisiana
-1a Compagnia Garibaldi Guards della Legione Garibaldi - Milizia della Louisiana
-Southern (State) Guards compagnia K del 21° reggimento dell'Alabama
-Italian company compagnia del 19° reggimento riserve della Virginia
Alcune altre compagnie avevano un alto numero di Italiani.

La Garibaldi Legion
New Orleans, che all’epoca era una delle città più popolose degli Stati Uniti, aveva una percentuale di stranieri che forse superava il 40% della popolazione, quando la febbre della secessione la raggiunse, praticamente ogni gruppo etnico formò le sue unità, i francesi i più numerosi reclutarono centinaia di uomini, ma anche gli italiani si preparavano a formare una propria unità. Questa doveva essere un battaglione ed il nome scelto quello di “Garibaldi Legion”. Nelle intenzioni, almeno due compagnie dovevano essere pronte per la parata del 22 febbraio 1861, ma non andò tutto come previsto, solo una compagnia fu completata. Il 21 febbraio 1861 perfettamente equipaggiata fu pronta la “first company of Garibaldi Guards” o più semplicemente Garibaldi Guards che avrebbe dovuto essere la compagnia A del battaglione. Purtroppo non si riuscirono a formare le altre compagnie e così il battaglione rimase solo sulla carta. Gli ufficiali, tutti italiani erano: il capitano Marzoni Gaudenzio e quando divenne maggiore, il capitano Santini Joseph (Giuseppe cambiato in), il primo tenente Marinoni Ulisse ed infine il secondo tenente Baselli Ernesto. Quando la maggior parte delle truppe regolari venne inviata ai fronti, lontani dalla Louisiana, in ottobre solo la milizia rimaneva per la difesa dello stato. ll governatore chiamò in servizio le truppe statali, fra queste c’era la nostra compagnia che fu inglobata in un reggimento spagnolo di dodici compagnie: cinque compagnie erano numerate da 1 a 5 e sette compagnie letterate da A a G. La Garibaldi Guards divenne la compagnia F. Numerosi compiti per i nostri, ma solo ruotine da campo e servizio di polizia, ma giocò un ruolo importante quando (come parte della brigata europea) aiutò a mantenere l’ordine in una città che dopo la resa del 29 aprile 1862, a quel “simpaticone” di Butler, era in uno stato di caos incredibile e i saccheggi erano all’ordine del giorno. Infine nel maggio la Legione si sciolse, ma molti uomini si riarruolarono in reggimenti regolari.

Nota 1. Non sono riuscito a trovare nessun documento ufficiale sull’episodio del cambio di nome, se non quello che abbiamo letto tutti in giro. Certamente è molto plausibile il fatto che se erano molti gli ex soldati borbonici presenti, questi non apprezzassero molto quel nome, però in una lettera del 16 aprile la compagnia viene indicata come Garibaldi Guards ed il 29 aprile la città si arrese. Quindi in quei tredici giorni (ed in quel particolare momento) ritengo improbabile il pensiero di cambiare nome.
Nota 2. Allego il link del quotidiano “The New Orleans Bee” del 28 gennaio 1861 con la descrizione dell’uniforme http://nobee.jefferson.lib.la.us/Vol-054/01_1861/1861_01_0091.pdf

Un fatto divertente che riguarda la Legione è preso pari pari da una lettera con le scuse che l'ex comandante della compagnia Marzoni (ora diventato maggiore del reggimento spagnolo "Cazadores Espanoles") porge al generale Mansfield Lovell comandante della Zona militare della Louisiana. In un misto di parole inglesi, spagnole, storpiature ed errori grammaticali il maggiore si cosparge il capo di cenere perchè gli uomini della legione di scorta a dei prigionieri, mentre erano intenti a cantare canzoni d'amore e patriottiche non si accorgono della fuga dei prigionieri. Ecco la lettera:

April 16, 1862
To: General Mansfield Lovell
Commander of Confederate Forces

District of Louisiana My Dear General, Please pardon my penmanship as I am no too familiar with English as it is written. It is with mucho profoundest regret that I must relate an incident of prisoner escape. While conducting the prisoners assigned to the European brigade to thier work detail , it has always been the custom to place them in chains together. However the detail this morning was an exception owning to the fact that the prisoners were about to leave for duty at the Front Lines. One particular prisoner began to sing the "Bonnie Blue Flag" and soon both prisoners and guards were engaged in patriotic song, especially the song loving Italians of the Garibaldi Guards Company who were guarding said prisoners. Even civilians and young ladies along the street were singing. All proceeded normally with Lieutenant Guiseppi Santini proudly at the front of the column. Unfortunately, he was ( I have determined) shoved in the path of a Creole maidservant who was pitching out her chamber pot onto the street. Lieut. Santini was immersed in ofal, right in the midst of his aria. He was said to have cried out desperately, "POOOYIEEEE!," and in the ensuing confusion several of the prisoners made an escape. All were rounded up except one private who calls himself "Jubal," whom I believe started the singing and by eyewitness accounts, shoved poor Lieutenant Santini into the path of the slop jar, causing him grevious accident. We have not been able to find and apprehend the felon "Jubal." PS: Lieut. Santini asks if the Department will pay for his soiled garments, as replacement is of paramount importance to the well being of his company. Several of his men are discouraged by the incident and say they cannot follow an officer in a soiled uniform, as it will cause the ladies to scorn them. The company may have to disband. In a situation of greatest embarassment,

I am your obedient servant, Major Gaudenzi Marzoni
Cazadores Espanoles
European Brigade
Provost Guard
New Orleans, Louisiana

Da questa lettera si nota che a tredici giorni dalla resa l'unita' si chiamava ancora Garibaldi Guards e non Italian Legion.

Italian Guards Battalion
Rispetto alla Legione Garibaldi, le informazioni del battaglione Italiano sono molto scarse, neppure l’uniforme e’ conosciuta. Si sa che venne formato nell’autunno 1861 nell’ambito dell’organizzazione delle brigate europee, ma nulla piu’. L’unica data e’ “prior november 21, 1861”. La nuova unità chiamata “Italian Guards Battalion” al comando il Tenente colonnello Joseph G. Della Valle (che l'italiano confederato col grado piu' alto raggiunto nella GCA) era cosi’ organizzato: una squadra di zappatori e la banda militare al quartiere generale, poi 5 compagnie, ma solo 4 erano italiane, la quinta probabilmente era straniera. Questi i capitani: 1a compagnia Capitano Giuseppe Lavizza, 2a compagnia Capitano Enrico Piaggio, 3a compagnia Capitano Giuseppe Villiot, 4a compagnia Capitano Giuseppe Paoletti ed infine la 5a compagnia al comando del Capitano Leopold Fournier. Venne inquadrato nella milizia come 6° reggimento brigata europea. Ed in seguito con altri battaglioni divenne parte di un reggimento della brigata del generale Juge. Come la Legione, la storia del battaglione e la storia della milizia di New Orleans coincidono, rimasero per la difesa della città, facendo routine e servizio di polizia e scorta, mantenendo l’ordine alla fine. Dopo che l’unita’ fu sbandata, nel maggio 1862, similmente alla Legione Garibaldi, molti membri del battaglione finirono per riarruolarsi in altre unità (regolari) della Louisiana.

Altre unità confederate di italiani
Oltre alle unità della milizia della Louisiana, alcune altre compagnie di italiani furono reclutate:

-Southern (State) Guards. A Mobile (Alabama) una compagnia di truppe statali al comando del capitano Sylvester Festorazzi era composta da nostri connazionali, a onor del vero fra le sue fila c’erano anche alcuni francesi e spagnoli, ma era definita Italiana comunque sembra che venne inglobata in un reggimento regolare. Una fonte mi indica la compagnia K del 21° fanteria.

-Italian company. Fra le truppe della riserva della Virginia vi era il 19° Reggimento Home Guard, formato da stranieri, annoverava tra le sue compagnie la “italian company” formata da italiani ed era comandata dal capitano Alfred Pico. Quando il reggimento venne chiamato in servizio, queste compagnie furono ordinate al campo intorno Richmond, i membri goderono del privilegio di continuare il proprio lavoro se erano fuori servizio, ed usufruire delle razioni dai magazzini del governo per le loro famiglie ai prezzi del governo. Esiste un episodio che riguarda la compagnia di Pico, descritto dal quotidiano “Daily Richmond Examiner” del 10 febbraio 1864.

Per completare il discorso sugli italiani confederati, ricordo che quasi tutti i reggimenti della Louisiana avevano tra le loro fila italiani, questi erano per lo più ex membri delle unità della milizia sbandate a maggio 62’. Altri reggimenti confederati avevano italiani, ma si parla di singoli elementi. Solo un paio di compagnie avevano una percentuale alta di italiani:

-Tirailleurs d’Orleans. Questa compagnia che divenne la “I” del 10° Reggimento di fanteria della Louisiana, conteneva soldati di ben 15 stati differenti e quello maggiormente rappresentato era l’Italia con 27 elementi. I Tedeschi secondi in graduatoria ne contavano 8. Una fonte indica che un italiano divenne capitano, ma non ne ho riscontro con le altre fonti.

-Compagnia Moroso. Il 1° reggimento Charleston Guards, truppe statali del South Carolina, fu un reggimento reclutato fra gli stranieri della città. Una compagnia, precisamente la “D”, contava tantissimi italiani (piu’ della meta’ leggendo gli elenchi) ed anche il primo comandante fu un italiano, il capitano A. Moroso. Non ho scoperto per cosa stava quella A., perché ogni fonte da sempre A. addirittura anche nel censimento della città di Charleston del 1880 si parla di un residente italiano, vedovo, di 61 anni che sicuramente era il nostro capitano, dato che all’epoca aveva 42 anni, chiamato A. Moroso. Insomma questa A puntata, la dobbiamo tenere così. Sembra che il reggimento sia stato reclutato con la promessa che non avrebbe dovuto prestare servizio fuori dalla città, infatti il nostro capitano protestò ufficialmente contro gli ordini che assegnavano la sua compagnia D in servizio su un vapore nel porto di Charleston, perché contrario all’accordo ed agli obblighi verso il governo. Prestando questo servizio sul battello avrebbero superato i limiti della città.